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Case di riposo per anziani: “una giungla di servizi”

Solo pochi giorni fa, in vista delle festività pasquali, sono state ispezionate 441 case di riposo, di queste, 107 sono risultate non in regola con le normative di settore: quattro sono state chiuse perché abusive e prive della certificazione di abitabilità. Nel corso dell’operazione dei carabinieri dei Nas, in tutta Italia, sono stati sequestrati anche farmaci scaduti e alimenti privi di rintracciabilità.
Solo un mese fa, è stata presentata la prima ricerca nazionale dell’ associazione Auser sulle case di riposo in Italia. Un’indagine che evidenzia la necessità di un maggiore controllo e del rispetto delle regole. Secondo questo studio, la prima problematica riguarda il numero di queste strutture: dalla ricostruzione degli enti regionali sarebbero 3.347, ma con una ricognizione sul sito Pagine Gialle ne sono state individuate 6.389, alle quali occorre aggiungerne 326 che provengono dagli elenchi della Camera di Commercio.

I problemi delle strutture per anziani:

Una seconda questione è il ritardo burocratico delle Regioni: sono passati più di dieci anni dall’approvazione delle norme di autorizzazione ed accreditamento delle case di riposo, ma alla fine del 2010 solo il 63,3% delle residenze per anziani era stato definitivamente accreditato.
Poi ci sono i problemi che potremmo definire logistici e pratici: molte strutture si trovano in aree a basso costo e quindi in zone periferiche. In sostanza, un anziano si trova a dover vivere lontano dalle sue radici e dai suoi affetti. Per non parlare poi delle case di riposo private per anziani autosufficienti: il 65% è collocato in aree periferiche e la maggior parte delle strutture sono distribuite su più piani senza la presenza di un ascensore; non c’è una figura professionale come medici o infermieri nel 67% degli edifici.
Infine, vi è il problema delle condizioni delle residenze e degli anziani ospitati. Tra le infrazioni maggiormente riscontrate nel 2010, saltano all’ occhio la mancanza di adeguate condizioni igienico-sanitarie, un numero di persone ospitate superiori a quanto possibile, farmaci scaduti, scarsa e cattiva alimentazione. L’impegno economico richiesto dalle famiglie è abbastanza gravoso. I prezzi mediamente si attestano intorno ai 1.400 euro, ma possono arrivare anche a 4.200 euro in città come Roma e Milano.

Come scegliere una casa di riposo?

Di fronte a quella che è stata definita dall’Auser una “giungla di servizi e residenze”, ci si pone il problema della scelta di una casa di riposo. Ecco alcune delle indicazioni che proprio l’associazione ha fornito sul proprio sito. La struttura per poter esercitare l’attività socio-sanitaria deve essere in possesso delle autorizzazioni ed operare in regime di accreditamento. E’ necessario verificare la presenza della residenza negli elenchi regionali o comunali di competenza. Ogni casa di riposo deve fornire la Carta dei Servizi, nella quale sono indicati tutte le informazioni sulle prestazioni previste, sui servizi offerti e le rette specificatamente dettagliate.
Bisogna non scegliere una struttura troppo periferica e lontana dagli affetti. Occorre accertarsi della tipologia di figure professionali e le modalità della loro presenza. Il servizio di mensa deve poter fornire pasti adeguati alle esigenze nutrizionali di utenti anziani. Oltre ad un aumento dei controlli, l’Auser spinge ad un’altra strada praticabile: l’assistenza domiciliare integrata. Invecchiare nella propria casa, oltre a rasserenare l’animo di un anziano, potrebbe costare meno.
In Italia, manca una legge che definisca con precisione per chi e quando debbano essere garantite le cure a domicilio. Le Asl e le Regioni gestiscono la situazione in base ai finanziamenti disponibili. “E l’Italia – secondo quanto sottolinea il presidente nazionale dell’Auser, Michele Mangano – ha il triste primato di essere l’ultima in Europa nell’assistenza domiciliare”.

Pubblicato in Focus

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Giornalista professionista in radio e sul web. "E' un mestiere, ma non come tanti; è un atteggiamento verso la vita".

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