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Antitrust: cos’è, come funziona e cosa fa

antitrust

Il termine antitrust si riferisce a un insieme di leggi e normative progettate per promuovere la concorrenza e prevenire pratiche commerciali scorrette nel mercato, elementi fondamentali per garantire un ambiente economico sano, in cui le imprese possano competere liberamente senza che alcune di esse possano acquisire un potere monopolistico.

Cos’è l’Antitrust?

L’antitrust è un concetto giuridico che si riferisce essenzialmente a un complesso di norme destinate a proteggere la concorrenza nel mercato. La sua origine risale alla fine del XIX secolo, quando negli Stati Uniti vennero introdotte le prime leggi antitrust, come lo Sherman Act del 1890, dal nome del senatore repubblicano USA che lo ideò, per combattere le pratiche monopolistiche e le intese tra imprese che danneggiavano i consumatori e il mercato stesso.

In Italia, l’ente preposto a vigilare sull’applicazione delle normative antitrust è l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, meglio conosciuto con l’acronimo AGCM.

Obiettivi principali

Gli obiettivi principali dell’antitrust sono, come detto, promuovere la concorrenza, favorendo un mercato competitivo in cui le imprese possano operare liberamente, garantendo così prezzi equi e una maggiore scelta per i consumatori, e prevenire il monopolio, ossia impedire che un’unica impresa possa dominare il mercato a discapito delle altre aziende di un determinato settore.

Difendere i diritti dei consumatori da pratiche commerciali scorrette, come la pubblicità ingannevole o le clausole vessatorie nei contratti è un altro obiettivo primario di queste normative, così come favorire l’innovazione, in quanto un mercato competitivo tende a stimolare il progresso, poiché le imprese sono motivate a migliorare i propri prodotti e servizi per attrarre clienti.

Come funziona l’antitrust

Le normative antitrust variano da paese a paese, ma generalmente comprendono leggi che vietano pratiche sleali nel mercato.

In primis sono vietati gli accordi di cartello, ovvero quelle intese tra imprese per fissare prezzi o limitare la produzione, limitando anche l’ingresso di nuove aziende nel settore e falsando la concorrenza.

Altra fattispecie molto comune è l’abuso di posizione dominante, che si configura come comportamenti di un’impresa che sfrutta la sua posizione di mercato per danneggiare i concorrenti o i consumatori, come accaduto di recente nella causa che l’UE ha intentato nei confronti di Google, con relativa maximulta al colosso tech a stelle e strisce.

L’antitrust si occupa anche di monitorare le fusioni e le acquisizioni tra società, controllando le operazioni per evitare che si creino monopoli o oligopoli.

Per quanto riguarda l’Italia, la legge principale che regola l’antitrust è la legge n. 287 del 10 ottobre 1990, che ha istituito il suddetto organo di vigilanza AGCM, definendo le competenze in materia e le norme.

Come opera l’AGCM

L’AGCM deve garantire che il mercato operi in modo equo e competitivo. La sua responsabilità primaria consiste quindi nel vigilare sull’applicazione delle leggi antitrust, volte a prevenire comportamenti che potrebbero danneggiare la concorrenza e, di conseguenza, i consumatori.

In primo luogo, si dedica al monitoraggio costante delle dinamiche di mercato, analizzando il comportamento delle imprese, le loro strategie e l’impatto di queste sulla concorrenza. L’obiettivo è individuare tempestivamente eventuali condotte anticoncorrenziali, come accordi segreti tra imprese per fissare i prezzi o abusi di posizione dominante da parte di aziende con un’elevata quota di mercato.

Cosa fa l’AGCM in caso di violazioni

Qualora l’AGCM sospetti violazioni delle normative antitrust, avvia indagini approfondite, raccogliendo prove, ascoltando testimonianze e analizzando documenti aziendali, al fine di accertare l’effettiva sussistenza di tali trasgressioni e collezionare le evidenze necessarie per l’applicazione delle sanzioni.

In caso di accertata violazione, l’organo ha il potere di imporre sanzioni economiche rilevanti alle imprese responsabili, con una duplice finalità: punire le imprese che hanno infranto le regole e dissuadere altre dal compiere lo stesso, potendo anche prescrivere misure correttive, come l’obbligo per un’impresa di modificare il proprio comportamento per ripristinare la concorrenza.

Infine, l’Autorità Garante si impegna attivamente nella promozione della cultura della concorrenza, organizzando campagne di informazione e formazione rivolte sia alle imprese che ai singoli soggetti, al fine di sensibilizzarli sull’importanza della concorrenza e sui loro diritti, con l’obiettivo di creare un ambiente in cui le imprese competano in modo leale e i consumatori siano più consapevoli.

Le sanzioni antitrust

Le sanzioni antitrust, come suggerisce il nome, sono misure punitive imposte dalle autorità competenti a seguito di violazioni delle leggi di cui abbiamo parlato in precedenza, e possono variare da multe pecuniarie significative a restrizioni operative, come l’obbligo di modificare pratiche commerciali scorrette o addirittura la dismissione di alcune attività aziendali.

L’entità delle sanzioni dipende dalla gravità della violazione, dal fatturato dell’impresa coinvolta e dalla sua cooperazione durante le indagini. Ad esempio, nel caso di cartelli o intese restrittive della concorrenza, le multe possono raggiungere percentuali elevate del fatturato annuo dell’azienda.

Come detto in precedenza, le sanzioni non solo mirano a punire le imprese “colpevoli”, ma anche a fungere da deterrente per prevenire future violazioni, cercando in questo modo di mantenere un mercato competitivo e giusto per tutti i soggetti coinvolti.

Alcuni esempi di provvedimenti antitrust

Negli ultimi anni, l’AGCM ha preso provvedimenti contro diverse fattispecie anticoncorrenziali. Ad esempio, sono stati avviati procedimenti nei confronti di grandi aziende per pratiche di pubblicità ingannevole o per intese restrittive della concorrenza.

Un caso di qualche anno fa ha coinvolto le compagnie aeree Ryanair e Wizzair, accusate di modificare unilateralmente le condizioni di viaggio, in particolare sulla questione del bagaglio a mano a pagamento, danneggiando i diritti dei consumatori. Multa poi cancellata dal Tar.

Più recenti invece la multa per pratica commerciale scorretta nei confronti di Chiara Ferragni o quelle per pubblicità occulta all’organizzazione del Festival di Sanremo.

A livello UE, come detto in precedenza, sono famose le maxi multe e processi contro i colossi tecnologici Google, Apple e Meta, sempre con l’accusa di abuso posizione dominante.

Matteo Di Medio

Giornalista - Content Manager presso Linking Agency; Caporedattore e Autore presso Giocopulito.it e Influentpeople.it

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