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2011: gli auguri politicamente scorretti dei nostri politici

Politici e auguri di fine anno

Politici e auguri di fine annoÈ consuetudine diffusa durante la fine dell’anno tirare le somme del periodo che volge al termine per separare ciò che di importante è stato fatto da ciò che è ancora da fare, i riconoscimenti e i successi conseguiti da quelli, invece, ancora da raggiungere. Per stabilire propositi e futuri obiettivi l’onestà, si capisce, è il prerequisito fondamentale. Tuttavia sembrerebbe proprio ciò che manca ai nostri politici, che in vista dei tradizionali auguri di fine anno non hanno perso occasione di svilire ulteriormente le cariche istituzionali che ricoprono.
Gli auguri per il 2011 del ministro Roberto Calderoli si sono concretizzati in una cartina stilizzata dell’Italia rovesciata, con il Mezzogiorno in alto e il Settentrione in basso e sulle singole regioni una palla natalizia con la scritta dei vari ministeri. Il biglietto di auguri era anche corredato dalla scritta “Via da Roma i ministeri. Stiamo ribaltando il Paese” e dall’invocazione a Gesù Bambino: “per Natale vorrei in regalo l’approvazione del federalismo fiscale e per l’anno nuovo vorrei vedere tanti ministeri in Padania. Grazie”.

 

 

 

Brunetta, Bersani, Casini e gli altri:

Il bilancio di Renato Brunetta circa le attività di governo nel 2010 (apparso in questi giorni in un videomessaggio sul suo blog) si è invece limitato ad illustrare che “la rete è più libera ed internet è più veloce, ma soprattutto la barca và. Quest’anno il reddito crescerà mentre aumenta la fiducia dei cittadini. L’incremento della fiducia è un dato costante negli ultimi 4 o 5 mesi. Insomma il peggio è passato.
In questi due anni e mezzo il governo ha fatto 10, 12 grandi riforme: discutibili, ma le ha fatte. Questo è un buon governo che ha tenuto la barra dritta durante la crisi, abbiamo fatto tante cose buone e il paese vuole essere governato perché ha bisogno di governo. Non vuole avventure di nessun tipo. Siamo consapevoli di rappresentare la parte migliore del paese, che è con noi. Tanti lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati, tanti giovani: quelli che non si nascondono o non si travisano dietro ai caschi”.
Nella conferenza di fine anno del Pd è invece emerso che per Bersani “l’obiettivo principale del 2011 è andare oltre Berlusconi”, come sentiamo ripetere da più di 10 anni, ma nella sostanza non è stata presentata un’ idea nuova, alcun tipo di soluzione pragmatica, concreta e creativa ai disagi dei giovani o delle categorie più precarie del Paese (cosa che del resto non avviene da quando l’Italia ha una democrazia personalizzata che l’ ha fatta precipitare in tutte le classifiche riguardanti i più svariati tassi di crescita).
Lontano dalla realtà anche il discorso di Pierferdinando Casini che, dopo aver auspicato una politica in grado di pacificare il Paese infondendo maggiore concordia, ringrazia le forze dell’ordine e conclude ricordando i popoli che nel mondo lottano per la libertà: “pensiamo ai dissidenti di Cuba, alla Birmania e ai cristiani perseguitati nel mondo per la loro Fede: la nostra battaglia non li dimentica mai”.
Nemmeno un accenno a chi, invece, nel nostro Paese è stato abbandonato dalle istituzioni nonostante le promesse fatte: i cittadini de L’Aquila entreranno nel 2011 portandosi dietro il disastro della zona rossa e le rovine dei paesi limitrofi. L’Aquila Rugby, infatti, ha voluto realizzare un calendario apposito per il nuovo anno, presentato in questi giorni, in cui viene immortalata ancora la città distrutta.

Un anno di tagli:

Parlando di rovine, il 2010 è stato anche l’anno dei pesanti tagli alla cultura, rappresentati simbolicamente da Pompei che crolla e da scuole e università occupate in tutto il Paese: nessun accenno al futuro dei giovani, per i quali l’ unico vero interlocutore è stato nel 2010 il Presidente Napolitano.
Nessun politico ha ricordato poi che l’Italia, sempre più multietnica, chiude l’anno facendo i conti con una crisi economica ancora evidente ma che, nonostante le ideologie leghiste e le mancate politiche di accoglienza, può pensare al futuro grazie all’apporto degli immigrati in termini di forza lavoro e risorse demografiche.
Silvio Berlusconi, intervenuto telefonicamente due giorni fa ad una trasmissione televisiva, ha dichiarato che “il 2011 sarà l’anno della ripresa economica”, anche se “occorreranno ancora sacrifici prima di poter godere della crisi stessa”.
Ha poi aggiunto che “l’Italia è al riparo da attacchi speculativi, ed è merito del governo che ha tenuto in ordine i conti pubblici, ma soprattutto delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori“: di chi, cioè, paga regolarmente le tasse e auspica, per il futuro, una maggiore giustizia sociale.

Martina Lacerenza

Nata a Roma nel 1984. Laureata in Lettere. Blogger e collaboratrice giornalistica

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