Anno nero per la vendita al dettaglio, almeno secondo quanto riportato dall’Istat. Per l’istituto di ricerca il 2013 si chiude in rosso, per la precisione con un -2,2%; il dato fa riferimento ai primi dieci mesi dell’anno, vale a dire da gennaio ad ottobre. In base a questi dati è facile prevedere che l’intero anno 2013 si chiuderà con un saldo negativo per quello che riguardo il settore del commercio al dettaglio.
Il commercio al dettaglio (o vendita al dettaglio) è il termine utilizzato per indicare la vendita di prodotti al consumatore finale, vale a dire l’ultimo anello della catena della distribuzione. Il venditore al dettaglio è quindi colui che acquista grosse quantità di prodotto per poi rivenderle al consumatore finale.
Un settore di estrema importanza per l’economia e che, a leggere i numeri dell’Istat, sta lentamente affondando: il rosso registrato nei primi dieci mesi del 2013 ha, infatti, un’origine ben più antica se è vero che il calo del commercio al dettaglio è considerato, in riferimento all’ Italia, tra le principali cause della crisi economica.
Lo stesso anno 2012 era stato piuttosto duro per il comparto e si era registrato un calo dell’ 1,7% delle vendite al dettaglio; il 2013 rischia di oltrepassare questa soglia segnando un passivo ancora più marcato.
Il calo delle vendite al dettaglio in Italia:
Tornando ai dati Istat relativi ai primi mesi del 2013 e che fanno segnare un calo del 2,2% della vendita al dettaglio, si tratta di un decremento più o meno diffuso in tutti i comparti; il che è preoccupante in quanto indice di un globale livellamento verso il basso. Per dirla in maniera più cruda, è difficile trovare settori che abbiano risultati positivi.
Entrando nello specifico dei vari comparti, tra gennaio ed ottobre 2013 il commercio alimentare ha fatto registrare un calo dell’1,3% mentre il settore non alimentare è sceso il 2,8%. Le contrazioni maggiori si registrano nel settore cartoleria, libri e giornali (-3,6%); seguono i mobili (-3%) e le calzature (-2,6%). Ma il dato non deve trarre in inganno perché a causa della crisi economica gli italiani sono costretti a tagliare anche prodotti più importanti: il comparto farmaceutico ha infatti registrato una flessione del 2,5%. Come dire, gli italiani risparmiano anche sulle medicine.
Detto del calo del settore alimentare (-1,3%) è interessante prendere atto di una dinamica, piuttosto prevedibile, che riguarda questo comparto: se ad andare male sono i piccoli negozi, le botteghe di quartiere ma anche la grande distribuzione dei grossi supermercati, di contro i discount alimentari segnano un incremento delle vendite. Per loro si segnala un +2,4%, numero in totale controtendenza con il resto del settore. I discount alimentari sono gli unici a non pagare gli effetti della crisi ma, anzi, a ben guardare sono tra i pochi ai quali la crisi sta giovando in maniera sostanziale.
Una tendenza non certo sorprendente andando a rileggersi anche i dati degli scorsi anni; già nel 2012 si era registrato un forte aumento delle vendite nei discount alimentari rispetto all’anno precedente; per il settore alimentare si è quindi verificato uno spostamento verso i prodotti a basso costo per cercare di risparmiare.
Ultimo aspetto importante sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel 2013 è quello sul mese di ottobre, vale a dire l’ultimo mese preso in esame; ebbene le vendite al dettaglio hanno fatto registrare, nel mese di ottobre, un calo dell’1,6% su base annua e dello 0,1% su base mensile. Ottobre è stato quindi un mese particolarmente nero e va ad inserirsi all’interno di un contesto globale, ovvero quello dell’anno 2013, già di per sé abbastanza duro.