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Vlad Tepes l’ impalatore: la vera storia del Conte Dracula

Introduciamo adesso un altro personaggio che, parallelamente a Giorgio Castriota Scanderbeg, lottò strenuamente per limitare l’avanzata degli ottomani in Europa; stiamo parlando di Vlad Draculea detto Tepes (l’impalatore), la cui storia è stata ampiamente descritta nella letteratura mondiale attraverso varie opere editoriali e cinematografiche, sconfinando talvolta verso descrizioni fantastiche (vedi i vari filoni relativi alla storia del conte Dracula) che ne hanno segnato la fortuna degli ideatori.
Nella realtà, la vita di tale personaggio fu ben diversa ed ebbe molteplici similitudini con quella dell’eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg: entrambi infatti furono presi in ostaggio ancora giovani dai turchi e subirono, nelle loro anime, la cultura e la psicologia insieme ottomana e musulmana.
Scanderbeg, presso i turchi, si applicò sin da subito nell’uso delle armi e nell’apprendimento della strategia militare tanto da prevalere su tutti gli altri principi della corte ottomana per coraggio ed astuzia nell’arte bellica, così divenendo una delle più potenti spade dell’Islam e meritando, a soli 25 anni, il titolo di ‘Sangiaq bey’  al comando di una cavalleria di circa 5000 uomini con la quale conquistò buona parte dell’Anatolia.

Vita e imprese di Vlad Draculea

Analogamente a Scanderbeg, anche Vlad, nato nel 1431 a Tighisoara, fu ostaggio del sultano per sei lunghi anni (dal 1442 al 1448) insieme al fratello Radu: fu proprio in quel contesto che egli apprese alcune tecniche per portare atroci sofferenze ai nemici, tra le quali l’impalamento. Nel 1448 salì sul trono della Valacchia (regione della Transilvania) ma vi restò solo 2 mesi poiché fu spodestato con le armi da Vadislav II, già aspirante al regno e nominato re in luogo di Vlad da Giovanni Hunyadi, voivoda di Transilvania e governatore d’ Ungheria, resosi già responsabile dell’uccisione del padre dello stesso Vlad.
A seguito di ciò, gli anni tra il 1448 ed il 1455 lo vedono spesso in esilio tra la Moldavia e la Transilvania e nonostante il grave lutto infertogli da Hunyadi, appena ventenne si appresta ad associarsi con questo, nel 1451, per partecipare ad alcune incursioni contro i turchi, a diverse crociate nel territorio dei Balcani, ed a rappresaglie contro alcuni principi cristiani rei di essersi alleati con Federico III d’Asburgo, nemico della corona d’Ungheria.

Le tecniche di guerriglia apprese dal conte Vlad

Durante questo periodo, Vlad, il conte Dracula, apprende ulteriori micidiali tecniche di guerriglia, i segreti della battaglia campale, delle incursioni rapide in territorio nemico, della terra bruciata, del saccheggio e della rappresaglia.
Nel 1456, Giovanni Hunyadi morì di peste e Vadislav II fu ucciso in battaglia forse proprio ad opera dello stesso Vlad che, nell’autunno di quello stesso anno si riprende il trono di Valacchia. Nel 1459 sospende i pagamenti di tributi ai turchi e partecipa ad una crociata al termine della quale vengono liberati tutti i territori a sud del Danubio che erano stati occupati dagli ottomani.
Una mattina d’estate del 1462 un grande esercito del sultano Mehmed II varcò proprio il Danubio, con una serie di zattere, per sferrare un attacco a Vlad: nonostante la disparità di forze, Draculea riuscì a tenere tasta ai turchi non offrendoli il vantaggio dello scontro in campo aperto ma sottoponendoli bensì ad una serie di attacchi improvvisi ed agguati (altra similitudine con Scanderbeg riguardante la strategia militare).

Battaglie del Conte Dracula contro i turchi e tecniche di impalamento

Non conseguì strepitosi successi, ma tanto bastò per far desistere il sultano dal tentativo di avanzata, avendo intuito che il pericolo sarebbe stato ben maggiore se si fosse ulteriormente addentrato nel territorio del principe. Vlad, infatti, poteva contare in larga parte sui contadini della Valacchia che erano soliti accorrere in massa sotto le sue insegne: ciò era dovuto al fatto che Draculea era provvisto di una fede quasi mistica nella forza della terra e questo creava un profondo legame con il suo popolo.
C’è da aggiungere che, al di là delle azioni improvvise ciò che veramente mise in difficoltà i turchi durante il combattimento fu la tattica della terra bruciata adottata dal conte Vlad: man mano che si ritirava nel cuore delle sue montagne, infatti, egli distruggeva ogni villaggio, bruciava il grano e le altre riserve alimentari, uccideva gli animali e ne gettava le carcasse nei pozzi e nei corsi d’acqua avvelenandoli.

Le battaglie del conte Dracula contro i turchi

La stessa Tirgoviste, capitale della Valacchia, venne incendiata e distrutta cosicchè, quando vi giunse Mehmed II, non trovò di che rifornirsi: leggenda narra che, arrivato di fronte alle mura della città, il sultano rimase sconvolto dallo spettacolo preparato per lui da Vlad, consistente in circa 20.000 pali sui quali erano stati sacrificati con la tecnica dell’impalamento altrettanti prigionieri turchi.
Altro episodio tramandato dalla leggenda riporta che, sempre nel 1462, Vlad fece irruzione nell’accampamento turco seminando morte e distruzione ed arrivando addirittura ad attaccare la tenda dove alloggiava lo stesso Mehmed II, facilmente riconoscibile per le insegne che arrecava: questa impresa conferì definitivamente a Vlad Draculea, passato alla storia come il conte Dracula, la fama di temerario difensore della cristianità contro i turchi.

Morte di Vlad Draculea

Assurto ormai al ruolo di grande guerriero e condottiero, Vlad Draculea il conte Dracula morì qualche anno dopo, nell’estate del 1476, durante una battaglia contro i turchi. Sulla sua fine ci furono versioni contrastanti; inizialmente si pensò fosse caduto per mano di un traditore del suo esercito, successivamente prese corpo la tesi che ad ucciderlo fossero stati gli stessi suoi uomini che, nella foga della battaglia, lo scambiarono per un turco e lo colpirono a morte.
Quale che sia stata la reale fine, la sua testa gli venne tagliata dal corpo, imbalsamata e portata al sultano che ebbe così la certezza di aver definitivamente cancellato uno dei suoi nemici più micidiali

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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