Vantaggi e svantaggi del vaccino per l’ influenza:
A questi, fa da contraltare un 40% di cittadini che invece continua vaccinarsi nonostante le notizie contrarie, e nonostante anche la diminuzione della mortalità delle ondate influenzali, e che è costituita principalmente da anziani, per i quali peraltro, oltre 65 anni, la vaccinazione resta consigliata per la maggiore esposizione ai rischi influenzali conseguente alla diminuzione delle forze immunitarie, e da soggetti affetti da disturbi cronici.
Per contro, va riconosciuto che la protezione da virus influenzale non è totalmente garantita anche in caso di vaccinazione, sebbene la mortalità nella stagione 2011-2012 in Italia, su un totale di 5 milioni di affetti da influenza sia stata solo dello 0,16% (8000 vittime circa).
Questo dato estremamente confortante è dovuto soprattutto a un miglioramento delle condizioni igieniche e di salute generali, che hanno permesso a una fetta sempre più grande della popolazione mondiale di resistere agli effetti dell’influenza, i cui ceppi sono contemporaneamente diminuiti di intensità e pertanto di mortalità.
Al contempo si sono sviluppati nuovi casi di pandemie non dovuti al virus influenzale stagionale, come ad esempio la pandemia di influenza H1N1 del 2009, che ha causato la morte di oltre 14.000 persone, soprattutto in aree povere del mondo e per la mancanza di informazioni genetiche e batteriologiche sul virus stesso.
La diminuzione dell’acquisto di dosi di vaccino influenzale e la diminuzione contestuale del numero di vittime dovute ai virus medesimi, ha permesso una riduzione dei costi a carico della sanità pubblica ma soprattutto ha fatto emergere che il numero di persone per il quale la vaccinazione è obbligatoria o comunque raccomandata è in minoranza rispetto al consesso generale.
Casi di vaccino obbligatorio:
La raccomandabilità della vaccinazione è infatti delegata alle decisioni delle singole aziende sanitarie nazionali, e l’obbligatorietà resta solo per quei vaccini contro malattie i cui possibili effetti possono essere molto più gravi, come difterite, tetano, poliomelite, ed epatite virale di tipo B, quindi non per la “semplice” influenza”.
Ciò nondimeno, hanno contribuito alla diminuzione del numero di persone che ricorrono al vaccino antinfluenzale, alcuni casi di scandali e malattie generate dal vaccino stesso come nel caso del vaccino Thimerosal, che a causa dell’alto contenuto di mercurio avrebbe generato alcuni casi di autismo nei bambini che erano stati vaccinati. Per questo motivo, le case farmaceutiche delegate alla produzione dei presidi medici e gli stessi governi hanno progressivamente ridotto l’uso del Thimerosal per prevenire gli effetti da sovraesposizione da mercurio.
Al di là degli scandali e delle opinioni personali, esiste un concreto bisogno del vaccino per alcune categorie a rischio (anziani, malati cronici di asma, disturbi cardiocircolatori, diabete, cancro e via discorrendo) e per le quali non si può sconsigliare l’uso del medesimo in quanto è la stessa autorità sanitaria che lo raccomanda.
Permane tuttavia la libertà di scelta, coadiuvata dalla nascita di farmaci sempre più efficaci che possono agire già a contagio avvenuto, e che rendono la guarigione dai sintomi influenzali un affare di pochi giorni, e dal suddetto miglioramento della salute generale, che di fatto ha reso l’influenza, da malattia possibilmente mortale, una scusante per alcuni giorni di riposo dalla scuola o dal lavoro.