Università italiane: cercasi docenti che lavorino gratis
Negli atenei italiani attualmente si ricercano docenti disposti a lavorare gratis per la sopravvivenza dei corsi per i quali non esistono più fondi o, in alternativa, professori che accettano di ricevere uno stipendio complessivo pari a un euro (lordo) per l’insegnamento delle loro materie. Si tratta di una situazione a tutti gli effetti surreale e, anche se i contratti gratuiti sono sempre esistiti, il problema sembra destinato ad esplodere a breve, se consideriamo soprattutto la protesta e lo sciopero dei ricercatori.
Non ci sono soldi per le supplenze, la posizione dei docenti è precaria o non pagata, il lavoro a costo zero dei professori sta diventando vero e proprio volontariato e il compenso di un euro lordo per i contratti di insegnamento è puramente una quota simbolica: è questa la resistenza dell’università italiana nonchè il senso del comunicato diramato da Mastino.
Chiudere corsi di laurea in determinate città significherebbe, infatti, obbligare gli studenti a trasferirsi altrove o, per coloro che non possono farlo, rinunciare a studiare.
I ricercatori senza stipendio:
“Si renda onore, almeno, a questa schiera di professionisti che consente all’istituzione, al territorio, ai nostri studenti, di riuscire a fruire di corsi di laurea che altrimenti sarebbero costretti a chiudere, con conseguenze devastanti. Un esempio solo: i corsi di studio in Servizio sociale, nelle lauree triennali e magistrali, in Sardegna sono rimasti attivi solo a Sassari, anche grazie ai tanti e meritevoli esperti del settore che cooperano a tenerlo attivo, assicurando quel collegamento fondamentale tra mondo delle professioni e sede formativa”, ha continuato il rettore.
Se tali corsi venissero chiusi, ad esempio, non si potrebbero creare assistenti sociali sul territorio, in quelle sedi dove ce n’è un bisogno estremo. A tutto questo si aggiunge la protesta dei ricercatori italiani, in “sciopero” per essere costretti a lavorare spesso gratis, svolgendo ruoli che non con la ricerca non hanno alcuna attinenza, come presiedere esami o sostenere lezioni.
Il rispetto dell’insegnamento e dell’apprendimento costituisce da sempre la base per lo sviluppo del pensiero critico, di quei valori e di quell’equilibrio solido che solo l’educazione permette di raggiungere:non può che essere doloroso, quindi, osservare il nostro intero sistema universitario arrancare insopportabilmente nell’incertezza.