Situazione delle case degli aquilani:
Nel periodico report diffuso dalla Sge (Struttura per la gestione dell’emergenza) facente capo al Commissario delegato per la ricostruzione, Gianni Chiodi si legge che ad oggi sono ancora 48.327 gli aquilani che vengono assistiti; di essi, 25.574 sono beneficiarie del contributo di autonoma sistemazione; 18.894 sono alloggiate tra Progetto CASE, Map e affitto concordato; 3.282 sono ospiti di strutture ricettive; 577 dimorano ancora nelle caserme della Guardia di Finanza.
“Noi conosciamo bene i problemi di quella città, a Roma forse non ne hanno la percezione.” A parlare è un esponente del Coisp, sindacato di polizia che ha preso parte lo scorso 7 Luglio alla manifestazione dei cittadini aquilani a Roma per protestare contro la gestione della ricostruzione.
“Noi ci sentiamo colpiti 2 volte perché abbiamo lo stesso disagio se non maggiore rispetto ai cittadini; ci troviamo ad essere terremotati noi ma a dover garantire ordine e sicurezza nella città de l’Aquila. Noi ringraziamo la Protezione Civile, che però ha svolto il suo lavoro di assistenza; adesso deve partire la ricostruzione. Ci vogliono i soldi per aggiustare le case, però l’Aquila è morta, ed il pericolo è che molti aquilani se ne vadano. Ad oggi abbiamo circa una decina di poliziotti che hanno chiesto di essere aggregati fuori da l’Aquila; se questi non avranno più una casa dove vivere, resteranno a prestare servizio lontano dalla città.”
La ricostruzione è infatti tutt’altro che partita e, nonostante quello che in molti sostengono, la situazione a l’Aquila è piuttosto preoccupante: “si dice che non esistono più le tende, è vero, però esistono i container; la questura de l’Aquila, ad esempio, si trova oggi dentro un container. Mezzi in dotazione per le forze dell’ordine quasi niente; ci sentiamo abbandonati, il nostro dipartimento stesso non ci è stato molto vicino, all’inizio si dovevano fare le case dei poliziotti e non sono state fatte.”
Tassa di scopo e infiltrazioni negli appalti:
Per questo motivo si è levata a gran voce la richiesta di una tassa di scopo per la ricostruzione della città facendo attenzione, tuttavia, a come verrebbero spesi questi soldi: “sicuramente certe cose non possono essere realizzate per mancanza di fondi; se i soldi non ci sono, noi chiediamo un sacrificio al grande cuore degli italiani. Sappiamo che hanno già fatto molto, e li ringraziamo; però se chiediamo una tassa di scopo in favore de l’Aquila non c’ è niente di anomalo. Fermo restando che i soldi poi uno dovrebbe sapere come vengono spesi.”
E qui entra in ballo il problema di cui parlavamo sopra; le infiltrazioni mafiose nelle gare per gli appalti, politici accondiscendenti e soldi spesi in maniera approssimativa gettano un grosso punto interrogativo sull’ esito della ricostruzione: “ il nostro rammarico – prosegue il funzionario del Coisp – è che di soldi ne sono arrivati molti dopo il disastro, però forse sono stati spesi in modo un po’ leggero. Se quegli stessi soldi avessimo potuto gestirli noi, probabilmente avremmo fatto meglio di quanto è stato realizzato. Perché ad esempio pagare appartamenti 2500 al mq mi sembra un po’ eccessivo.”