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I 10 saggi nominati dal presidente Napolitano:
Oggi, comunque, i saggi si sono incontrati con il Presidente della Repubblica, loro committente, come da foto, che la trasparenza è il massimo plus del nostro sistema politico, e gli hanno illustrato e consegnato i due documenti. Sì perché in verità i dieci hanno ricevuto un doppio incarico e se lo sono sobbarcato tutto sulle loro spalle. Patriotici stakanovisti. E quindi anziché chiedere di raddoppiare la commissione, che poi trovare altri dieci saggi sarebbe stato un bel macello nonostante fuori ci fosse la fila, o di moltiplicare i giorni, i saggi di prima nomina hanno deciso di suddividersi il lavoro. Bravi.
Una simil capacità di collaborazione e abnegazione non ce l’avevano neanche i sette nani. Uno infatti si chiamava Brontolo e uno Pisolo. Quest’ultimo ha sempre ambito a diventare il portaborse di Brunetta, il Renato. Due commissioni dunque ognuna delle quali composta da due cinque membri. Che la matematica non è un’ opinione.Cinque si sono sfiancati sul defatigante tema delle riforme istituzionali e cinque quasi si sono immolati sull’ostica materia economico-sociale ed europea.
Cose che neanche Mario Monti e tutta la Bocconi con l’aiuto degli ex allievi avrebbe potuto risolvere in sole due settimane. Invece questi cinque sì. Ce l’hanno fatta. Fulgido esempio di amor di patria, senso del dovere, generosità e altruismo. Si vorrebbe poter aggiungere anche disinteresse ma forse non è il caso. Quando si tratta dei nobili destini del paese la vil pecunia deve essere bandita. Almeno dai discorsi.
Dunque i due malloppetti sono stati consegnati al presidente Napolitano che ha proferito due frasi epocali che gli storici di tutto il mondo, Papuasia inclusa, riporteranno in tutti i manuali universitari e negli annali della nazione. La prima frase è stata: «Le due relazioni saranno oggetto, in questi giorni della mia riflessione».
Cosa hanno fatto questi 10 saggi?
La seconda, ancor più significativa e ficcante ha suonato così: «Quel che trasmetto è, credo, un testimone concreto e significativo.» Con ciò intendendo, probabilmente che le due mappazze trasmigreranno sul tavolo del prossimo capo dello Stato. Che senz’altro sarà grato a Napolitano per questo inatteso cadeau. Cosa vuol dire significa essere generosi.
Cosa raccontano i saggi, dieci per l’appunto, in questi documenti. Cose da non credere. Hanno sostanzialmente ribaltato il mondo. Dopo la lettura di quelle pagine nulla sarà più come prima. In estrema sintesi dicono che: va rivista la legge elettorale (un simil ritorno al mattarellum), superato il bicameralismo perfetto, risolto il conflitto d’interesse, rivisitazione del patto di stabilità, maggior controllo sui costi della politica (mantenendone comunque un adeguato finanziamento), riduzione del numero dei parlamentari, rivedere gli stipendi dei manager della pubblica amministrazione, sviluppare una politica nazionale per aree (una sorta di gabbia salariale svolta in chiave di politica sociale), rivedere la riforma Fornero, mantenimento di Equitalia che però non deve essere vessatoria, riduzione delle tasse e prosecuzione e rafforzamento della spending review. Più qualche altra frattaglia.
Che poi sarebbe stato come dire che se si mangia pesante bersi un canarino (acqua calda, punch per la Fornero, con scorzetta di limone) è cosa buona e giusto. Oltre che saggia.
Lavoro inutile?
Beh tutto questo gli italiani, i cinquantanovemilioni e un tot di cui sopra lo sapevano già. Infanti inclusi. Quindi il lavoro dei dieci saggi è stato inutile? No! Assolutamente no!
I dieci saggi hanno scientificamente ed inequivocabilmente dimostrato che gli italiani sono saggi. Chi l’avrebbe mai detto. Dopo questa meravigliosa esperienza, magari con minor spesa, il prossimo inquilino del Quirinale potrà scendere in strada fermare una massaia, di solito sono quelle che se ne vanno girando con una sporta piena di verdure, magari le massaie possono essere anche due, se lui crede nella statistica e ci potrà aggiungere pure un pensionato, se proprio ci tiene e chiedere cosa bisogna fare per il bene del Paese.
Avrà le risposte giuste. Magari pure succinte. E in tempo reale. Con il vantaggio di stare alla larga da professori e bocconiani le cui prove recenti non depongono a loro favore. Sperando che il futuro capo dello Stato non soffra d’insonnia, che nel caso sarebbe bene avesse un qualche consigliere politico in grado di suggerire una camomilla o una tisana o un articolo di Mieli o una puntata di Amici o altra trasmissione della De Filippi e non l’attivazione di dieci saggi… che a scoprire che l’acqua calda scotta lo sa fare anche un bambino.