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Tasse in Italia: le più strane e le più antiche

“Tasse, manovra, soldi, politici”. Sono le parole chiave di molte chiacchierate a cui potreste assistere in pizzeria, sotto l’ombrellone, sul treno. Eh sì perché quest’estate è contrassegnata dalla pesante crisi economica non solo sui giornali o sui siti web specializzati, ma anche nei luoghi culto dell’estate.
Le tasche e i portafogli degli italiani saranno intaccati sensibilmente con l’approvazione della manovra economica che comporta, tra le altre misure, i tagli agli Enti locali, il contributo di solidarietà, ergo nuove tasse. E quelle che già esistono? Continueranno ad essere pagate.
Non solo, ci sono tasse che gli italiani continuano a pagare dal 1935 e che non sono mai state eliminate. Una su tutte, la tassa sulla benzina.

Prezzo benzina: accise del 1935

Secondo i calcoli di Adiconsum, in Italia si pagano 74 centesimi in più per ogni litro di carburante; le accise che compongono il prezzo della benzina comprendono:

  • 0,0009 euro per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935;
  • 0,007 euro per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
  • 0,005 euro per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963;
  • 0,005 euro per il finanziamento dell’alluvione di Firenze del 1966;
  • 0,005 euro per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
  • 0,05 euro per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
  • 0.03 euro per il finanziamento del terremoto dell’Irpinia del 1980;
  • 0,10 euro per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
  • 0,011 euro per il finanziamento della missione in Bosnia Erzegovina del 1996;
  • 0,020 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
  • 0,0073 euro per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali;

  • 0.040 euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011.

Nell’elenco che vi abbiamo fornito, potrete notare che si stanno ancora pagando tasse per la guerra in Etiopia del 1935. Se si tagliassero le accise sulla benzina, secondo Adiconsum, il risparmio per le famiglie potrebbe essere di ben 400 euro all’anno. Da un rapporto di Confesercenti, si evince che l’Italia è il terzo paese dell’Ocse per carico fiscale e secondo il presidente Marco Venturi ogni anno ci sono 60mila nuove disposizioni tributarie.

Dall’esposizione della bandiera all’ombra: le tasse più strane

Tra le tasse che vengono pagate nel Bel Paese ce ne sono alcune davvero molto curiose. Ne proponiamo qualcuna, come elencate nel dossier di Confesercenti, per sottoporre all’attenzione la mole e la sostanza del fenomeno.
Ve ne sono alcune veramente “stravaganti” come quelle sull’occupazione di suolo pubblico: la tassa sui gradini, se i proprietari di casa hanno i gradini d’ingresso su una strada pubblica; o la tassa sull’ombra, se la sporgenza di una tenda di un locale invade il suolo pubblico, il proprietario deve pagare un’imposta. Esiste anche una tassa per l’esposizione della bandiera italiana: il titolare di un albergo ha dovuto pagare 140 euro all’anno per aver esposto il tricolore, come tassa sulla pubblicità.
Le tasse non risparmiano nemmeno gli studenti universitari con l’imposta regionale per quello che è stato definito diritto allo studio. Non sono incolumi neanche le bollette elettriche sulle quali ogni consumatore paga la tassa sulle centrali fantasma: un fondo per un premio ai Comuni che ospitano centrali nucleari. Anche se per il momento non ci saranno centrali, la bolletta continua ad addebitare questo costo.
A non essere risparmiate sono anche le invenzioni. Ogni brevetto per invenzione industriale infatti è soggetto a tre tasse diverse: una per la domanda, una per il mantenimento in vigore del brevetto, ed un’altra per la pubblicazione a stampa della descrizione e dei disegni. Neanche Archimede Pitagorico avrebbe vita facile in Italia.

Tasse sull’ automobile e tasse… sulle tasse

Non hanno il sapore di novità le tasse sulle automobili: in una città come Milano, per chi acquista un’auto di media cilindrata, si pagano circa 297 euro, di cui 196 per l’imposta provinciale. Quello che vale la pena sottolineare è che queste imposte non hanno niente a che vedere con gli appena 26,3 euro totali che fa pesare sulle immatricolazioni il fisco tedesco o i 71 euro del Regno Unito e il 151 dell’Austria. Per non parlare poi delle tasse sulla targa, il cui costo è stabilito dal Dipartimento dei Trasporti Terrestri.
E infine la domanda più curiosa: si possono tassare le tasse? In Italia, sì. Dopo una diatriba giudiziaria con il  decreto legge 78/10 convertito nella Legge 122/10 è stata introdotta una disposizione secondo cui la T.I.A. (la tariffa di igiene ambientale) ha una connotazione tariffaria e non tributaria con conseguente pagamento dell’Iva: una vera e propria tassa sulla tassa.
Pare dunque difficile credere alle “promesse” che alcune tasse inserite nella manovra resteranno in vigore solo per alcuni anni, a fronte di imposte che vengono pagate fin dalla guerra in Etiopia e di tasse “curiose” come quelle che vi abbiamo elencato.

Pubblicato in Focus

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Giornalista professionista in radio e sul web. "E' un mestiere, ma non come tanti; è un atteggiamento verso la vita".

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