In questo articolo parliamo di:
Alla ricerca di maggiori entrate fiscali
L’obiettivo di questo emendamento è, da un lato, di porre limitazioni e controlli al comparto delle sigarette elettroniche. Secondo la senatrice che ha presentato la misura si combatterà il mercato illegale che ammonta a circa il 50% delle vendite, garantendo al tempo stesso controlli adeguati sui liquidi per proteggere la salute dei consumatori.
Dall’altro lato si punta a ottenere maggiori entrate fiscali, contrastando l’evasione: in base ai primi calcoli l’Erario avrà a disposizione 9,5 milioni di euro aggiuntivi a partire dal 2018.
Dove si potranno acquistare le sigarette elettroniche?
L’approvazione dell’emendamento Vicari da parte della commissione Bilancio del Senato prevede la vendita delle sigarette elettroniche esclusivamente nelle rivenditorie autorizzate e nelle tabaccherie.
Viene prevista una fase transitoria che durerà fino al 31 marzo 2018, termine entro il quale l’Agenzia delle Entrate emanerà un regolamento per fissare i requisiti per il rilascio delle licenze di vendite.
In questo modo si avrà una nuova disciplina del settore e le nuove regole stabiliranno se le vecchie autorizzazioni rimarranno in vigore oppure se gli esercizi commerciali dovranno richiederne una nuova. Proprio per questo motivo nel periodo di transizione non viene prevista la chiusura degli attuali punti vendita per e-cig.
In sostanza con la nuova legge sulle sigarette elettroniche si vieta la vendita a distanza e online di e-cigarettes contenenti nicotina: nel concreto chi vorrà acquistarle potrà farlo soltanto presso le tabaccherie o i rivenditori specializzati presenti sul territorio. Ecco perché è parere diffuso che anche le sigarette elettroniche siano sostanzialmente passate sotto il controllo dei Monopoli di Stato.
Divieto di vendita online
Al contrario i siti web che mettono a disposizione della clientela privata un’offerta più o meno ampia di sigarette elettroniche e prodotti con nicotina dovranno chiudere. Lo stop delle vendite online viene presentato, all’interno della relazione tecnica, come una risposta alla mancanza di controlli amministrativi frontalieri.
La decisione di molti consumatori di acquistare sul web i flaconi dei liquidi attraverso siti di aziende estere porta all’effetto collaterale di evadere l’imposta. Ciò si spiega con il fatto che le spedizioni riguardano quantità modeste e avvengono via corriere: di conseguenza riescono a non essere sottoposti a controlli fiscali alla dogana.
I liquidi con elevata quantità di nicotina acquistabili in rete
In secondo luogo questa tendenza porta all’immissione sul mercato di prodotti con una concentrazione di nicotina estremamente elevata. Diluendo il liquido il consumatore oppure l’esercente del punto vendita possono ottenere quantitativi maggiori in maniera più o meno legale.
Viene quindi sottolineata la necessità di limitare la vendita delle e-cigarettes in rete a vantaggio di canali autorizzati, tracciabili e da sottoporre a controllo.
Tassazione più alta sui liquidi delle e-cigarettes
Ma con l’emendamento alla legge Finanziaria si è stabilito anche un altro aspetto: una sorta di stangata per il settore delle sigarette elettroniche in termini di tassazione. Si parla di un’imposta pari a 0,393€ per ogni millilitro di liquido, che sia con nicotina o senza.
Da questo punto di vista diventa fondamentale una sentenza emanata recentemente dalla Consulta, in data Ottobre 2017, tramite la quale si era stabilito che la tassa di 5 euro sui liquidi, che siano con nicotina o senza, è assolutamente legittima.
In sostanza una tassa che farà salire il prezzo per le ricariche delle sigarette elettroniche, il che potrebbe portare molti fumatori a desistere per tornare sulle sigarette tradizionali.
Le reazioni del settore
Le reazioni da parte di consumatori ed esercenti è stata davvero rabbiosa, arrivando alla pubblicazione di duri commenti e insulti sulla pagina Facebook della senatrice Vicari.
Inoltre su change.org è stata subito avviata una petizione per chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Presidente della Repubblica di non firmare il testo. La sensazione diffusa è che si stia cercando si schiacciare un settore che possa fare concorrenza ai normali tabacchi.
In secondo luogo si sottolinea come questa decisione possa portare a una crisi definitiva del mercato. Il comparto, sviluppatosi in maniera scomposta e repentina, presenta al giorno d’oggi un giro d’affari stimato in 300 milioni di euro e conta 2.500 negozi strutturati.
Si tratta di una filiera legale e che produce occupazione: tuttavia si ha la netta impressione che queste modifiche nel settore comporteranno soltanto il salvataggio teorico dell’esistente, bloccandone però l’espansione.