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I canali per l’inclusione finanziaria:
L’inclusione finanziaria passa oggi attraverso vari canali, quali l’innovazione tecnologica, ad esempio l’e-banking per supplire al numero ridotto di sportelli bancari sul territorio. Un altro è quello delle riforme a livello istituzionale, prima fra tutte l’eleborazione da parte delle autorità statali di una legislazione che favorisca il settore senza limitarlo, evitando però che si verifichino abusi di potere, come quelli denunciati dall’Washington Post, che a fine ottobre parlava di una pericolosa mutazione di molte società di microcredito in compagnie for-profit.
Da più parti si è sottolineata la necessità di non limitare il dibattito al microcredito, che è solo uno degli aspetti della microfinanza, e l’unico contestato al momento. Molti altri servizi e prodotti rientrano infatti nella più ampia sfera della microfinanza. Prima fra tutti, la formazione del cliente-microimprenditore, che gioca un ruolo fondamentale per il successo dell’attività finanziata, trattandosi spesso di persone alle prime armi, che devono ancora conoscere i “trucchi del mestiere”.
L’esempio della ONG canadese:
Un esempio pratico è quello di Medea, una ONG canadese che negli ultimi anni ha sviluppato un pacchetto di quattro prodotti: corsi di formazione gratuiti, apertura di un conto di risparmio a condizioni favorevoli (obbligatorio per seguire i corsi), stage attraverso accordi con aziende, e da ultimo la concessione di un credito, quando richiesto.
Oltre alla formazione, altri due prodotti che hanno dimostrato di funzionare sono il microrisparmio e la microassicurazione: il primo permette di distribuire in maniera razionale i consumi, il secondo interviene in casi eccezionali, quali un incidente sul posto di lavoro o un funerale. La Banca Europea di Investimenti (BEI) ha effettuato un sondaggio in 100 paesi, secondo cui solo 78 milioni di persone sono assicurate, e di queste solo poco più di 12 contro infortuni o handicap.
Microfinanza: un settore estremamente dinamico
Una serie di sessioni parallele si sono svolte durante le due giornate, andando a toccare i più vari temi d’attualita, dal microcredito per giovani e immigrati, agli studi di impatto, al ruolo dell’educazione.
Quello che è emerso è il quadro di un settore estremamente dinamico, che si sta rimettendo in discussione e che ha bisogno del supporto istituzionale per affrontare le sfide dei prossimi anni. Gli investimenti nella microfinanza sono oggi più alti che mai, ed il settore è entrato a far parte del mercato generalmente inteso, creando la necessità di strategie competitive e di cooperazione tra le piccole istituzioni di microfinanza per affrontate le grandi.
Oggi si devono insomma affrontare logiche che potrebbero entrare in conflitto (e ad esempio nell’Andra Pradesh sembra già essere accaduto) con la missione fondante della microfinanza, ossia la convinzione che i poveri hanno bisogno di credito come chiunque altro, e che questo credito permetterà loro di integrarsi economicamente e socialmente.