Ultimi per l’istruzione, penultimi per la cultura:
Ultimi in Europa per quanto riguarda la percentuale di spesa pubblica da destinare all’istruzione e penultimi per la cultura. La percentuale è stata calcolata partendo dagli investimenti che il Governo italiano ha effettuato nel settore dell’istruzione in riferimento all’anno 2014.
Questa cifra è risultata, tra l’altro, essere inferiore rispetto a quella del 2013. Restando sull’istruzione, l’Italia ha dimostrato di spendere di più nell’istruzione primaria, al punto che questo dato risulta essere in linea con la media Ue.
L’indicatore scende sensibilmente parlando di istruzione secondaria, e crolla in riferimento all’istruzione terziaria, vale a dire istruzione universitaria, post universitaria e ricerca.
I perchè di una crisi:
Il dato diffuso dall’ Eurostat probabilmente non avrà destato troppe sorprese; e questo è un aspetto negativo perchè testimonia la nostra abitudine a vedere cultura e istruzione relegate in fondo alla classifica.
D’altra parte è da decenni che la cultura è andata progressivamente a sparire dai programmi dei vari governi che si sono succeduti; ogni volta che c’è l’esigenza di fare cassa si finisce con l’effettuare tagli alla cultura.
“Con la cultura non si mangia” è il mantra che viene ripetuto in questi casi; e che, se nell’immediato può avere anche aspetti veritieri, non tiene conto del lungo periodo dato che continuando ad effettuare tagli su cultura e istruzione si finisce, nel tempo, con il provocare danni incalcolabili alla società.
E proseguendo su questa strada finiremo inevitabilmente con il pagare un conto piuttosto salato.