Il momento difficile dell’ Università:
Un commento senza alcun accenno “ai tagli agli organici e ai provvedimenti sul riordino delle scuole superiori, che rappresentano il colpo finale al sistema pubblico di istruzione, il mutamento radicale della concezione del valore formativo e la messa in discussione definitiva dell’istruzione laica e pubblica”, come affermava ieri mattina lo stesso coordinatore nazionale dell’Uds Tito Russo.
Nessun accenno c’è stato da parte del Ministro nemmeno in merito ai disagi avvertiti in seno all’Università e al mondo della Ricerca, eloquentemente illustrati invece in alcuni passaggi di una ‘Lettera aperta’ del Coordinamento Nazionale Ricercatori Universitari che in queste ore sta circolando anche su Facebook:
“l’Università sta vivendo un momento difficile. Le risorse a disposizione sono andate riducendosi negli anni, i fondi per la ricerca e per la didattica sono diventati talmente esigui che spesso non si riesce a fornire il minimo necessario. Talvolta mancano i fondi per le fotocopie e, sempre più spesso, anche per la carta igienica, come in moltissime scuole.
I tagli al finanziamento dell’Università già da tempo hanno messo in crisi questo sistema e i ricercatori si sono sacrificati negli anni, svolgendo un compito che permettesse di mantenere la qualità e la quantità dell’offerta formativa e della didattica. Questo significa che molti tra quelli che chiamate ‘professori’ e che hanno insegnato corsi, hanno fatto esami, hanno assistito gli studenti nelle loro tesi e ne hanno raccolto i dubbi e le frustrazioni non sono veri ‘professori’, ma ‘ricercatori’, gente che dovrebbe fare ricerca e non ‘insegnare’ e fare lezione: sembra incredibile, quasi verrebbe da ridere, se non fosse che molti giovani ricercatori guadagnano 1.250 euro al mese.
Si esce da una crisi investendo sul futuro come è stato fatto in altri Paesi, e non penalizzando le Università che debbono formare e trasmettere la creatività e la conoscenza.”
Professore chiede congedo anticipato per protesta:
Un’altra lettera, in questo caso di congedo anticipato, è invece apparsa sempre in questi ultimi giorni sul portale web dell’Università Tor Vergata di Roma, firmata dal Professore del Dipartimento di Sanità Pubblica e Biologia Cellulare dell’Università, uno dei quattro padri fondatori della Facoltà.
“Mi ha spinto ad anticipare questa richiesta un sentimento di frustrante insoddisfazione, che nasce dalle difficoltà, mai prima d’ora così paralizzanti, che l’istituzione universitaria sta attraversando, spinta verso l’asfissia da miopi provvedimenti legislativi. Quanti corsi universitari dovranno essere chiusi, quanti progetti di ricerca resteranno incompiuti per il sostanziale divieto di sostituire i tanti docenti/ricercatori che in un breve volgere di anni per ragioni anagrafiche stanno lasciando l’Università?”
L’ Amministrazione di Tor Vergata, per la stretta finanziaria a cui il governo ha assoggettato l’Università, attualmente non sembra più in grado di contribuire in modo adeguato al finanziamento della Biblioteca biomedica né a quello dello Stabulario, come aveva sempre fatto, nonostante essi costituiscano un essenziale strumento di ricerca “Ho rinunciato ad usufruire della facoltà che mi era stata concessa di rimanere in servizio di ruolo per altri due anni perché non voglio assistere dall’interno ad un periodo così buio per l’Università, a cui ho dato tutto quello che potevo dare”.
La lettera si chiude con un augurio che il Professore rivolge ai giovani, ma soprattutto “a chi non comprende che il futuro di una nazione nasce da ricerca e innovazione”.