In questo articolo parliamo di:
Sclerosi Multipla e CCSVI:
La CCSVI è una patologia vascolare caratterizzata da ostruzioni venose che comportano un insufficiente deflusso di sangue dal cervello e dal midollo spinale verso il cuore. Ne deriva quindi un ristagno sanguigno cronico all’interno del sistema nervoso centrale che impedisce la corretta eliminazione di scorie e tossine, oltre che a favorire un anomalo accumulo di ferro che si deposita all’interno del sistema nervoso centrale.
Lo studio Italiano coordinato dal Prof. Zamboni riscontra una associazione, nel 100% dei casi, tra CCSVI e Sclerosi Multipla, rilievi epidemiologici da parte di altri gruppi negli Stati Uniti e in Europa confermano un’associazione almeno del 90%; questo significa che alla maggior parte dei pazienti con Sclerosi Multipla presi in esame è stata diagnosticata anche la CCSVI.
Su internet parte subito il tam tam tra pazienti malati, comunità scientifica e cittadini ed è da questo movimento che il 9 Aprile 2010 è nata l’associazione CCSVI Onlus. In breve tempo l’associazione, coordinata a livello nazionale da un consiglio direttivo volontario e guidata da un presidente onorario vip quale Nicoletta Mantovani, moglie di Luciano Pavarotti, si diffonde a ritmi costanti su tutto il territorio nazionale raccogliendo le voci e le speranze dei tanti ammalati stanchi e desiderosi di andare avanti perché in fondo, sostenitori e scettici, pensano comunque che la ricerca vada sostenuta e poi si vedrà.
La teoria del prof. Zamboni:
L’ipotesi portata avanti dal Prof Zamboni potrebbe (il condizionale è d’obbligo) rimettere in discussione la linea terapeutica seguita sinora da medici e scienziati per la cura della malattia, a base di farmaci costosissimi e dagli effetti collaterali decisamente importanti, a favore invece dell’intervento di tipo chirurgico.
E così, tra le pagine web dell’associazione scopriamo che il 2009 ha segnato una frattura profonda tra l’AISM, l’associazione che sola per tanti anni ha rappresentato il mondo della SM nel nostro Paese, e la CCSVI con il suo seguito di pazienti delusi, traditi o solo appesi al nuovo filo di speranza che si è materializzato.
Mentre scriviamo sta per partire una sperimentazione sull’angioplastica nei pazienti con CCSVI e SM, col sostegno economico della Regione Emilia Romagna Le aziende farmaceutiche, naturalmente, sperimentano i farmaci, ed è giusto che sia così; ma è altrettanto doveroso che il pubblico sostenga quelle aree della ricerca promettenti che non riguardano terapie farmacologiche e sono di interesse per la salute pubblica.
La cautela naturalmente è d’obbligo, da parte nostra, dal momento che non esistono dati definitivi sull’efficacia del trattamento; ma di certo la storia della chirurgia è fatta di tentativi ed errori al di fuori di protocolli di sperimentazione. Il dibattito è incandescente, e il momento è questo; saremo noi e non i posteri, ad emettere l’ardua sentenza.