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Sclerosi Multipla: al via il Metodo Zamboni

In passato abbiamo trattato dalle pagine del nostro giornale la vicenda relativa alla sclerosi multipla ed al metodo Zamboni: ricordiamo brevemente che nel 2009 una ricerca condotta dallo stesso Prof. Paolo Zamboni, direttore del Centro Malattie Vascolari di Ferrara in collaborazione con il dott. Salvi, neurologo dell’ospedale Bellaria di Bologna, aveva evidenziato per la prima volta una significativa correlazione tra Sclerosi Multipla e Ccsvi, ovvero Insufficienza Venosa Cronica Cerebro-Spinale.
Un’ ipotesi, quella portata avanti dal Prof Zamboni, che rimetterebbe in discussione la linea terapeutica seguita sinora da medici e scienziati per la cura della malattia, a base di farmaci costosissimi e dagli effetti collaterali decisamente importanti, a favore invece dell’intervento di tipo chirurgico.
Sulla base di quella ricerca nacque tra l’altro, nell’aprile 2010, l’associazione “Ccsvi nella Sclerosi Multipla – onlus” (guidata da un presidente onorario vip quale Nicoletta Mantovani, moglie di Luciano Pavarotti) ovvero una organizzazione di utilità sociale che intende sostenere la ricerca rivolta alla prevenzione, diagnosi e cura della Sclerosi Multipla con particolare riferimento alle sue connessioni con l’Insufficienza Venosa Cronica Cerebro – Spinale (CCSVI) e dare visibilità e concretezza al movimento di malati che, a partire dalla pubblicazione della ricerca del Prof. Paolo Zamboni e del Dott. Fabrizio Salvi, in pochi mesi si è manifestato in internet.

 

Al via la sperimentazione clinica del metodo Zamboni: 

Ebbene, è notizia di pochi giorni fa che dalla prossima settimana inizierà l’ arruolamento dei pazienti per l’avvio dello studio “Brave Dreams”, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con 2,922 milioni di euro e finalizzato a valutare tramite formale sperimentazione clinica, l’efficacia e la sicurezza dell’intervento di disostruzione delle vene extracraniche nel trattamento della sclerosi multipla: ovvero, l’ intervento proposto dal professor Paolo Zamboni.
Una fase di sperimentazione importante quindi, il cui avvio è stato reso possibile grazie al al parere non ostativo del Ministero della Salute dello scorso 17 luglio sulla base del parere positivo della “Commissione unica dispositivi medici” dello stesso Ministero.
L’ arruolamento partirà dai centri sperimentatori dell’Emilia-Romagna i cui Comitati etici hanno già dato il loro ok alla sperimentazione, vale a dire l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e l’Azienda Usl di Bologna. A seguire sarà avviato l’arruolamento dei pazienti in Sicilia (Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania) e negli altri Centri sperimentatori (14 su 20) che hanno già il via libera dei loro Comitati etici.

 

La procedura di disostruzione venosa:

Una sperimentazione che potrebbe portare ad importanti novità e cui guarderanno soprattutto le persone afflitte dalla sclerosi multipla che avranno così modo di conoscere se e per quali pazienti sia indicata la procedura di disostruzione venosa: ricordiamo infatti che lo studio del prof. Zamboni mette in relazione la Sclerosi Multipla con una patologia venosa da lui stesso descritta, la Ccsvi (insufficienza venosa cronica cerebrospinale), ossia una patologia vascolare caratterizzata da ostruzioni venose che comportano un insufficiente deflusso di sangue dal cervello e dal midollo spinale verso il cuore. Curando questa tramite angioplastica, secondo il prof. Zamboni i malati di sclerosi otterrebbero benefici.
Naturalmente come sempre quando si parla di argomenti così delicati aventi a che fare con persone affette da una terribile malattia, la cautela è d’obbligo e bisognerebbe procedere con i piedi di piombo. Per questo attendiamo i risultati della sperimentazione che partirà in Emilia Romagna sperando naturalmente che l’intuizione del prof. Zamboni possa rivelarsi una felice realtà.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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