Utilizzare internet per informazioni sulla salute:
Tornando alla stretta attualità, il rapporto Censis evidenzia ancor di più questa inclinazione mettendo determinati paletti: il 32,4% degli italiani utilizza Internet per ottenere informazioni sulla salute e, di questi, il 90,4% effettua ricerche su specifiche patologie, il 58,6% cerca medici e strutture cui rivolgersi, il 15,4% prenota visite ed esami attraverso la rete, il 13,9% frequenta chat, forum e web community dedicate ai temi sanitari per lo scambio di informazioni ed esperienze (di nuovo il concetto della la salute partecipata), il 2,8% acquista farmaci online.
I campi elencati come si vede, sono molteplici e disparati; si va a prendere in considerazione qualunque tipo di interazione si abbia tra la salute e la rete internet, da chi cerca direttamente medici a chi utilizza la rete per prenotare esami.
Da evidenziare come, sempre secondo la ricerca Censis, tra coloro che sfruttano internet per motivi sanitari quasi il 98% utilizzi motori di ricerca come Google; il 73,2% consulti siti specializzati o scientifici; il 38,3% legga la sezione salute dei quotidiani online; il 34,7% utilizzi invece a questo scopo i social network; il 29,8% navighi nei siti istituzionali.
Tuttavia sempre in riferimento al binomio salute e massa media, va detto che non sono tutte rose e fiori: dal rapporto emergono chiari difetti della comunicazione sanitari sui mass media stessi quali, ad esempio, la complessità delle informazioni fornite. Secondo 1/3 dei cittadini chiamati a fornire la loro opinione, infatti, non sempre queste informazioni sono accessibili e facilmente decodificabili.
Così come si tende a calcare la mano, sempre da parte dei mass media, su eventuali rischi in riferimento a situazioni che invece non dovrebbero destare troppi allarmi: è il caso di quanto accaduto in passato per l’influenza Aviaria con la relativa campagna allarmistica condotta dalla maggior parte degli organi di informazione.
Argomenti scientifici trattati con leggerezza:
Altra criticità della salute trattata in internet è quella inerente la leggerezza con la quale talvolta vengono trattate le sperimentazioni facendole passare per terapie già disponibili: fattore quest’ultimo in aperto contrasto con la Carta dei Doveri del Giornalista che in materia di informazione e salute sottolinea come:
“Il giornalista tutela i diritti dei malati, evitando nella pubblicazione di notizie su argomenti medici un sensazionalismo che potrebbe far sorgere timori o speranze infondate. In particolare: a) non diffonde notizie sanitarie che non possano essere controllate con autorevoli fonti scientifiche; b) non cita il nome commerciale di farmaci e di prodotti in un contesto che possa favorire il consumo del prodotto; c) fornisce tempestivamente il nome commerciale dei prodotti farmaceutici ritirati o sospesi perché nocivi alla salute.”
Ciò naturalmente dovrebbe riguardare esclusivamente le testate online registrate come organi di stampa ed al cui interno siano presenti giornalisti; blog e forum sfuggono facilmente a questi doveri.
Fin qui la parte dell’informazione o, se vogliamo teorica: passando alla pratica e tornando al rapporto Censis, si sottolinea come meno di 1/3 degli italiani traduca poi effettivamente nel concreto le informazioni raccolte attraverso i mezzi di comunicazione. Un numero piuttosto esiguo.
Informazione su temi di salute che, per concludere, ha comunque subìto un forte incremento negli ultimi anni; nel decennio trascorso per l’esattezza, l’informazione sanitaria ha goduto di una forte esposizione mediatica e la quota di italiani che segue abitualmente o qualche volta i molteplici programmi televisivi su questioni di salute è complessivamente pari al 77,3%. Come dire, anche in tema di salute la rivoluzione potrebbe passare dalla rete.