Identikit del vacanziere italiano:
Quasi 2 milioni e mezzo di italiani hanno la valigia pronta: gli alloggi preferiti saranno case e abitazioni di parenti e amici. L’occhio al portafogli è quindi sempre vigile. Al secondo posto, ci sono gli alberghi.
Venendo alla durata media del viaggio, ci si ferma sulle 3 notti con una spesa di circa 407 euro: 393 euro per chi rimane in Italia e 625 per chi va all’estero. Da segnalare che nel 2015, quindi nel precedente anno di rilevazione, gli italiani che erano partiti in questo periodo erano stati 1 milione e mezzo circa.
Un incremento che sarebbe figlio anche di una nuova politica dei prezzi da parte degli albergatori italiani per quello che si spera sia solo il primo passo verso l’emersione dalla crisi.
Aerei, treni e autostrade: quanti rincari
Il dato relativo alle partenze va a scontrarsi con un altro aspetto non certo da poco. Ovvero, l’aumento delle tariffe relative ai trasporti. Dal 1 gennaio 2016 è infatti entrato in vigore il regime di aumento di prezzi per quanto riguarda il prezzo del biglietto per treni, aerei e delle tariffe autostradi.
Per quanto riguarda i biglietti dei treni, le Ferrovie dello Stato hanno annunciato un aumento del biglietto tra il 2,7% e il 3,5%. Si tratterebbe soltanto delle tariffe base, non quindi delle tariffe ‘economy’ e ‘supereconomy’.
Venendo ai biglietti aerei, tutti i voli vedranno un incremento sulla cifra finale di 2,5 euro, figlio dell’aumento dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco che sarà destinato a sostenere il fondo speciale dei lavoratori aeroportuali.
Se partire in treno o in aereo costerà di più, nemmeno viaggiare in auto sarà esente da aumenti: la benzina, da un lato, continua a stazionare su cifre che mai erano state così basse negli ultimi anni ma d’altra parte ad aumentare sono le tariffe delle autostrade.
Si tratta qui di incrementi percentuali variabili a seconda della convenzione stipulata dalle singole società di gestione; si calcola che su alcune tratte l’aumento delle tariffe autostradali possa arrivare intorno al 6,5% o anche più rispetto al 2015.