Cosa prevede il decreto:
Guerra ai furbetti del cartellino, dicevamo. Una pratica di malcostume tutta italiana che rappresenta una piaga per la Pubblica Amministrazione. Al punto che, nel decreto di riferimento, è stato inserito il concetto di danno di immagine per la stessa Pubblica Amministrazione quando un dipendente venga trovato a compiere atti di questo tipo.
Entrando più nello specifico, il decreto legislativo sul licenziamento disciplinare che si sta discutendo riguarda solo e soltanto i casi di falsa attestazione della presenza in servizio. Ovvero, i lavoratori che timbrano il cartellino ma poi si assentano.
Per questi furbetti, le nuove regole andrebbero a prevedere la sospensione dalla funzioni entro 48 ore e un procedimento disciplinare da concludersi entro 30 giorni nel caso di flagranza, ovvero qualora i comportamenti illeciti venissero documentati in modo inequivocabile da telecamere o altri strumenti di controllo.
La falsa attestazione:
Altro aspetto interessante del provvedimento è quello legato alla falsa attestazione. Ovvero, tutti i comportamenti fraudolenti attuati avvalendosi di soggetti terzi, come nel caso in cui un dipendente timbri per un altro.
Diversa la storia relativa ad assenteismo presunto per i quali è necessario approfondire se i certificati medici presentati siano reali o meno. È il caso ad esempio della vicenda dei vigili urbani a Roma la notte di Capodanno. Il decreto che si sta dibattendo non va a legiferare su questo argomento e il tutto sarà affrontato in un successivo provvedimento.
Il focus è invece ben acceso anche sui casi di assenze seriali per malattie; ovvero, assenze fisse in giorni prima di una festa o a cavallo dei weekend. Qualora accertati, tali comportamenti potrebbero essere rilevanti ai fini di scarso rendimento e, quindi, passibili di licenziamenti senza dover attendere eventuali procedimenti penali.
Un insieme di norme quelle presenti nel decreto legislativo sul licenziamento disciplinare che andrebbe a riformare una materia che si dibatte da anni ma per la quale, nel concreto, non si è mai riuscito a fare molto.