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Reato di omicidio stradale: come cambia la legge?

Il primo giorno dell’ anno il ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri ha annunciato di voler dare vita ad una nuova tipologia di reato, ovvero l’omicidio stradale; non è la prima volta, per la verità, che si parla di un’ipotesi simile. Anzi in passato più volte era stata ventilata questa eventualità sulla scia dei troppi incidenti che vedevano i colpevoli tornare in libertà in tempi troppo celeri.
Ad istituire il reato di omicidio stradale ci aveva già provato l’allora premier Mario Monti nel 2012; tuttavia la proposta venne bocciata dall’allora ministro della giustizia Severino che aveva sollevato diversi dubbi giuridici: primo tra tutti la necessità di dover sempre e comunque distinguere tra dolo e colpa concreta, cosa non sempre facile nei casi di incidenti stradali.
Una bocciatura che, aspetto piuttosto curioso, era stata avallata anche dall’allora ministro dell’interno Cancellieri; vale a dire la stessa persona che adesso, con un incarico diverso (ministro della giustizia) spinge per l’approvazione di un reato di tale specie. Ma tant’è.
Tornando all’attualità, la decisione di istituire un reato specifico per l’omicidio stradale, cosa che il governo tenterà di portare a termine entro la fine di gennaio tramite disegno di legge o decreto, probabilmente non arriva in un momento storico casuale; a destare stupore sono infatti stati, in queste ore, i dati relativi alle persone che hanno perso la vita in Italia a seguito di un incidente stradale. Ben 3.950.

 

Il reato di omicidio stradale:

Una cifra estremamente importante e che, se accompagnata da un altro numero, fa comprendere ancora di più la potenziale importanza di una legge in materia: di questi 3.950 decessi circa 1/3, vale a dire oltre mille, sono stati causati da guidatori che erano in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di droghe o psicofarmaci.
Da qui la decisione di dar vita ad un pacchetto di norme che vadano ad introdurre il reato di omicidio stradale. È bastato l’annuncio del provvedimento per scatenare una fitta rete di reazioni e dichiarazioni di opposta matrice ed equamente divise tra soddisfatte e dubbiose.
Cosa prevederà il reato di omicidio stradale? Andando a dare un’occhiata a quelli che dovrebbero essere i punti principali del provvedimento, l’obiettivo di una legge che introduca il reato di omicidio stradale sarebbe quello di garantire tempi più rapidi per risarcimenti e, prima ancora, per i processi; e si perché come risaputo da chi ben conosce i tempi biblici della giustizia italiana, spesso e volentieri è indispensabile una lunga attesa frutto di un iter processuale interminabile prima che le vittime possano avere giustizia. Sempre se riescono ad ottenerla.

 

Velocizzare i processi per chi provoca incidenti mortali:

Al riguardo per abbreviare l’iter giudiziario si sta pensando ad un rito per direttissima nei casi in cui sia possibile stabilire con ragionevole certezza la dinamica dell’incidente mentre, per gli altri casi, si sta pensando di procedere comunque con rito immediato bypassando vari passaggi che allungano le tempistiche.
Obiettivo della legge è quindi una velocizzazione dei processi; ma non è tutto. Nelle intenzioni del ministro della giustizia, che nello stilare il provvedimento si avvarrà della collaborazione del ministro dell’interno Angelino Alfano per una maggiore concertazione, l’obiettivo è anche quello di inasprire pene e punizioni per chi provoca incidenti mortali.
Anche qui si è probabilmente agito sull’onda emotiva di un malcontento genericamente diffuso ma, d’altra parte, quando si legge di pirati della strada che dopo poco tempo tornano in libertà, le reazioni non possono che essere di sconcerto.

 

Pene più severe: revoca patente e carcere fino a 10 anni

Ed allora ecco che il nuovo provvedimento finalizzato ad introdurre il reato di omicidio stradale punta anche ad inasprire le pene, oltre che a fungere da deterrente per far si che chi si mette alla guida sia il più possibile dissuaso dal farlo se non è nel pieno delle sue facoltà e completamente padrone di se stesso e delle sue azioni.
Chi, guidando in uno stato che non garantisca la sicurezza altrui, provocherà un incidente mortale, vedrà revocarsi la patente in maniera definitiva. Vale a dire, non potrà più guidare per il resto della sua vita, il cosiddetto ergastolo della patente. Da un punto di vista penale si pensa ad una gradualità delle varie condanne che si potranno infliggere a chi causa un incidente mortale: pene che possono arrivare fino a 10 anni di carcere nei casi più gravi, come quelli sopra descritti con il guidatore in stato di ubriachezza, sotto l’effetto di stupefacenti o comunque non in grado di guidare.

Cosa rischia oggi chi provoca un incidente mortale?

In sostanza un inasprimento della pena rispetto a quanto ora previsto dalla legge; attualmente la pena per chi provoca un incidente mortale è quella prevista nei casi di omicidio colposo. Con tutte le varianti del caso che siamo abituati a sentire quando apprendiamo di casi di cronaca legati a vittime di incidenti stradali, leggasi ad esempio l’ impossibilità di stabilire il dolo, con il risultato che spesso i colpevoli scontano una pena di due o tre anni al massimo.
L’attuale normativa prevede anche la possibile revoca della patente dai 5 ai 15 anni e sanzioni amministrative accessorie quali l’annullamento della patente conseguita che rende necessario dover sostenere di nuovo l’esame di guida.
L’inasprimento delle pene servirà ad infliggere punizioni più dure oltre che ad agire da deterrente; ma non sarà la sola novità. Nello stabilire la sanzione peserà anche il comportamento tenuto dopo l’incidente; chi non si fermerà a prestare soccorso dopo aver causato un incidente rischierà una pena ancora maggiore. 
Un provvedimento, quello che andrebbe ad istituire il reato di omicidio stradale, che si propone di fare da argine ai troppi incidenti mortali che avvengono sulle nostre strade e che spesso e volentieri sono causati da pirati della strada che guidano in stato di ebbrezza e che, quando presi, se la cavano con pene non adeguate alla colpa.
Attendiamo di scoprire se il provvedimento vedrà la luce e, in caso positivo, se funzionerà concretamente e riuscirà a far diminuire il numero degli incidenti mortali sulle nostre strade.

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Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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