Veneto: i disagi dovuti al digitale terrestre
“Premesso che il recente passaggio al digitale terrestre – si legge nell’ interpellanza – ha comportato notevoli disagi nei territori del Veneto orientale e della confinante Friuli Venezia Giulia e oggi, a più di 40 giorni dal suo avvio, si contano a centinaia di migliaia gli utenti che non sono in grado di vedere le trasmissioni di Rai 1, Rai 2, Rai 3 e nel Veneto orientale moltissimi non riescono a vedere il TG3 Veneto, i sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico.” Che ricordiamo essere attualmente Paolo Romani (Pdl).
Naturalmente, come i lettori capiranno, l’ interesse nato verso questo argomento da parte di esponenti del Pd (che rappresentano al momento l’opposizione) rientra ampiamente nel gioco delle parti e dei diversi schieramenti politici, tuttavia è importante comunque sottolineare come un primo approccio alla risoluzione del problema sia stato intrapreso.
“Al momento – si legge ancora nell’ Interpellanza – da dichiarazioni fatte sulla stampa dai responsabili di RAI Way, l’unica soluzione possibile peri cittadini pare sia quella di modificare a spese proprie l’impianto dell’antenna. Si parla di un periodo di 6 mesi di sperimentazione; vengono privati centinaia di migliaia di cittadini del diritto ad essere informati e, nel caso del TG3 Veneto, di un organo di informazione fondamentale e tempestivo in occasione di eventi calamitosi, come dimostrato dalla recente alluvione in Veneto.” Come ci aveva già spiegato il Comitato contro disagi del Digitale Terrestre nella precedente intervista.
Le reti Rai non si vedono:
“Si continua a chiamare canone in tutte le documentazioni ministeriali quella che invece è una tassa di possesso -si legge ancora nell’interpellanza- senza avere poi l’obbligo di fornire e garantire la visione dei canali radio televisivi, e sarebbe necessario adeguare anche la normativa tributaria in materia; proprio per questo il cittadino utente, in casi di contenzioso come in questo, non sa se rivolgersi all’erogatore del servizio e, cioè, la Rai o al Ministero competente.”
“Devo dare atto e merito al deputato Rodolfo Viola del Pd, – spiega il Comitato contro i disagi causati dal passaggio al Digitale Terrestre – il primo politico veneto che si è subito mosso appena appreso dai giornali delle problematiche sollevate dal nostro Comitato e poi ha presentato subito una interrogazione parlamentare.
Intanto il tempo è passato, più di un mese dallo switch-off, e nulla è cambiato, le tre Reti Rai non si vedono, e il TGR Veneto nemmeno, a meno che uno non intervenga sull’antenna, insomma, bisogna mettere mano al portafoglio, e tutto questo perchè hanno fatto una pessima pianificazione delle frequenze, senza tenere conto della situazione antennstica del Territorio del Veneto Orientale e nemmeno quella del basso Friuli, risultato: centinaia di migliaia di persone oscurate dal segnale Rai.” Staremo a vedere quali saranno i prossimi sviluppi e come si evolverà la vicenda.