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Cannabis terapeutica, Massimo Barra: “ben venga l’utilizzo medico”

La data di venerdì 5 settembre 2014 resterà scolpita nella memoria dei fautori della cannabis terapeutica, ovvero di coloro che sostengono l’utilizzo per finalità mediche della marijuana; in quella data è infatti arrivato il via libera da parte dei ministri della Salute e della Difesa alla produzione di marijuana esclusivamente per produrre farmaci. Tale produzione potrà avvenire in modo circoscritto limitatamente allo stabilimento chimico militare di Firenze; che dunque sarà il solo soggetto in Italia a poter produrre il farmaco a base di cannabis che potrebbe entrare in commercio nel nostro paese già a partire dal 2015.

Chi è Massimo Barra:

A parlare con noi di questo importante passo è Massimo Barra: un personaggio estremamente conosciuto nel mondo medico scientifico e in particolare per quello che riguarda la droga e tutto ciò che vi gira intorno. Volontario da sempre della Croce Rossa Italiana, di cui è anche presidente dal 2005 al 2008, Massimo Barra fonda nel 1974 Villa Maraini, Fondazione per l’assistenza dei tossicomani che ha diretto per più di 30 anni.
Un esperto di droghe e tra i primi medici italiani a prendersi cura dei tossicodipendenti, il dott. Barra ci spiega cosa potrebbe succedere a seguito di questo provvedimento che va a prevedere la coltivazione di marijuana per produrre farmaci.

Cannabis: distinzione tra uso medico e altri utilizzi

Dottor Barra, cosa pensa del provvedimento che va a consentire la produzione di cannabis per finalità terapeutiche?
“Prima di tutto dobbiamo distinguere nettamente quello che è l’uso terapeutico da quello che è l’uso ricreativo, ricreazionale o addirittura l’abuso: nessuno può mettere in discussione l’uso terapeutico, come nessuno mette in discussione l’uso terapeutico della morfina. Che è il miglior analgesico che esista sul mercato. Tornando alla cannabis, non ci dovrebbe essere nessuno contrario all’uso terapeutico: che, ripeto, è ben altra cosa da qualsiasi altro utilizzo.”
Questo per rispondere a chi, in maniera strumentale, ha gridato al pericolo di legalizzazione delle droghe leggere?
“C’è una certa ambiguità che è stata cavalcata anche dai sostenitori della liberalizzazione i quali hanno buttato un po’ in confusione l’argomento portando la gente a non capire più nulla. Hanno mischiato l’uso terapeutico con l’uso ricreativo. Che, ripeto, sono due cose completamente diverse.”

Gli effetti del proibizionismo:

Cosa comporta l’uso medico della cannabis?
“Per quanto riguarda l’uso terapeutico, si va a considerare la cannabis come una medicina al pari di tutte le altre; ha effetti positivi, effetti collaterali ma Bedrocan farmaco Cannabisla somma algebrica degli uni e degli altri dà un segno positivo. Per cui sarebbe criminale non usarla. Ben venga la coltivazione nell’istituto farmaceutico militare di Firenze, non dovrebbe esserci nemmeno discussione.”
Per quanto riguarda altre tipologie di utilizzo della marijuana?
“Circostanze diverse, non vanno accomunate; altrimenti si fa confusione. La liberalizzazione è un altro concetto che sta prendendo piede in alcuni paesi, soprattutto in Usa. Anche lì è una valutazione dei rischi e dei benefici del proibizionismo; il proibizionismo ha terribili effetti collaterali ma, viceversa, la liberalizzazione facilita il consumo. Il proibizionismo è nato proprio perchè l’uso voluttuario di alcune sostanze è considerato dannoso.”
Anche l’uso di marijuana può esserlo?
“Certo. Poi dipende sempre dalle circostanze; se ne fa uso l’adolescente con il cervello in ancora formazione e in fase evolutiva, la marijuana avrà un effetto diverso rispetto ad un vecchio sclerotico il cui cervello ormai ha fatto quello che doveva fare.”

La discriminazione sulla marijuana blocca il percorso:

Torniamo all’uso medico: in questi anni l’iter per i (pochi) casi di persone che chiedevano di curarsi con il farmaco a base di cannabis è stato lungo e tortuoso: come mai?
“È un effetto collaterale dello stigma; la discriminazione contro i consumatori di sostanze. All’opinione pubblica, e in particolare ai burocrati che dell’opinione pubblica sono la parte più retriva, fanno talmente schifo i consumatori di sostanze che addirittura la prescrizione di morfina era stata resa difficile per i medici, con minacce e altro, tanto che i medici stessi finivano per non prescriverla proprio. La gente moriva di cancro, con forti dolori che si sarebbero potuti evitare con la morfina. Per far capire meglio, prima che Veronesi divenisse ministro della Salute l’Italia per prescrizione di morfina era al 103esimo posto del mondo; dopo la Bulgaria.”
Può esserci, anche per la cannabis con finalità curative, lo stesso rischio?
“Assolutamente si. Finchè la gente non digerirà questo concetto rischiamo di andare incontro ad un sacco di cavilli burocratici, di ostilità e altro. Perché sotto sotto l’opinione pubblica pensa che noi vogliamo drogare la gente e bypassare il proibizionismo di cui sopra. Di contro devo constatare che qualche anti proibizionista ha fatto lo stesso ragionamento; ossia far passare il concetto di una legislazione più tollerante come cavallo di Troia per la liberalizzazione.”

Benefici dell’utilizzo terapeutico della marijuana:

Per quanto riguarda l’uso medico, nel nostro giornale abbiamo raccolto testimonianza di malati con patologie gravi che traevano benefici dall’utilizzo del farmaco a base di marijuana: è plausibile questa eventualità?
“È assolutamente plausibile. È scientificamente dimostrato e allora non vedo perché no. Come si permette un uomo di impedire ad un altro uomo di stare meglio?”
Ci sono studi scientifici che certificano queste proprietà?
“Studi scientifici ce ne sono tanti.”
Quali effetti positivi può avere la cannabis sulla salute?
“All’ inizio la cannabis si usava per il glaucoma, poichè diminuisce la pressione intraoculare; ha inoltre effetti antispastici, di rilassamento. Quindi il farmaco a base di cannabis è stato usato per altre patologie. Tutte patologie gravi, invalidanti, che portano a un drammatico abbassamento qualità della vita.”
Vale quindi la pena di scommettere su questo utilizzo curativo della canapa?
“Pure se il miglioramento non fosse oggettivamente dimostrato ma solo soggettivamente; ma perché no? Perchè dobbiamo essere così cattivi nei confronti di chi sta male? Perché di questo si tratta: di una forma di cattiveria. Quasi un’infamità.”
Questa ritrosia nel trattare l’argomento è figlia, secondo lei, di retaggi culturali del nostro paese?
“Sempre lo stigma di cui parlavo sopra. Poi ci sono quelli che giudicano, condannano. Io ricordo sempre che Nostro Signore diceva di non giudicare se non si vuole essere giudicati e di non condannare se non si vuole essere condannati. In molti prima di giudicare e condannare dovrebbero ricordarsi queste parole.”

Pubblicato in Interviste

Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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