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Invalsi non è un giudizio sullo studente
Un aspetto fondamentale da chiarire è questo: le prove Invalsi non vanno a rappresentare un metro di valutazione sullo studente. Non è quindi un esame al quale si può essere promossi o bocciati.
O almeno, non lo è per la maggior parte: perché per gli studenti di terza media invece, i risultati del test Invalsi andranno a fare media con le altre prove d’esame per il voto finale. Negli altri casi il test Invalsi rappresenta un semplice test, tra l’altro anche anonimo, tramite il quale si andrà a valutare l’istituto scolastico e capire il livello di preparazione generale degli studenti.
Un test che durante l’anno scolastico viene spesso provato nel corso di esercitazioni in aula sottoposte a votazione finale; ecco perché si genera l’equivoco di pensare che il test Invalsi sia un esame da superare o che faccia media con altre materie incidendo sul giudizio finale di esame.
Prove Invalsi 2017: come funziona il test
Il test Invalsi viene eseguito come un esame ordinario in aula: si procede allo spegnimento di tutti i supporti elettronici degli studenti, che quindi non potranno tenere accessi i vari telefonini, smartphone, tablet. Questo per avere ben chiaro le cose da non fare durante il test Invalsi.
Ai ragazzi verranno consegnati i relativi plichi differenziando, soprattutto tra studenti vicini di banco, onde evitare rischio di copiature. Ovviamente sarà compito dei professori andare a illustrare e spiegare il funzionamento del test. Gli studenti avranno 75 minuti di tempo per terminare la prova Invalsi.
Si parte con italiano, sarà poi la volta di matematica: le due prove vengono eseguite nella stessa giornata, a distanza di 15 minuti l’una dall’altra. Questo per chiarire in linea generale quando iniziano i test Invalsi e quanto durano. Vediamo ora lo specifico della terza media.
Il test Invalsi per l’esame di terza media
Per gli studenti di terza media come detto, il voto del test Invalsi farà media sul voto finale; ecco perché il questionario Invalsi è visto con molta preoccupazione e con un pizzico di ansia. Tra l’altro questo è l’ultimo anno ne quale i ragazzi saranno impegnati con tale test: a partire dal 2018 infatti Invalsi sarà eliminato dagli esami di Stato.
Il regolamento che riguarda l’esame di terza media e il test Invalsi risale al 2007, con la legge n.176. In quella sede si andò a introdurre il test accanto alle prove scritte tradizionali.
Per gli studenti di terza media quindi il quiz Invalsi è il medesimo su tutto il territorio nazionale (in 5 differenti versioni, per evitare come detto che gli studenti si copino tra di loro) e riguarda le due discipline principali: italiano e matematica.
Cosa studiare per la prova Invalsi?
Vediamo ora nello specifico cosa studiare per affrontare il test Invalsi. Partendo dalla prova Invalsi di matematica, si tratta di quesiti a risposta multipla e con domande a risposta aperta; i test sono incentrati su numeri naturali, frazioni e decimali, per quanto riguarda la aritmetica. Rette ed angoli, figure piane e solide; teorema di Pitagora per la geometria. E di espressioni algebriche, equazioni e formule oltre che misure, dati e previsioni.
Venendo alla prova Invalsi di italiano, non c’è una materia vera e propria da studiare. Anche qui sono previste 5 differenti versioni per non permettere agli studenti di copiare: anche qui sia a risposta multipla che a risposta aperta.
Si tratta di un testo da leggere per fornire poi risposte sull’effettiva comprensione; e di domande generali per verificare la conoscenza reale delle strutture grammaticali.
Subito dopo la prova, sul relativo sito dell’ Invalsi sarà disponibile la griglia dei risultati.