In Europa calano i prezzi: in Italia no
In pratica, tutti si sono adeguati ed hanno preso la medesima deriva malgrado il fatto che, dopo l’impennata che si era registrata nella scorsa settimana, il prezzo del petrolio nelle ultime ore era tornato a scendere lievemente.
Un aumento arrivato un po’ a sorpresa quindi ed in controtendenza, come segnalato da Staffetta Quotidiana tra i principali giornali di informazione nel settore energetico, rispetto al calo piuttosto generalizzato dei prezzi ravvisato nelle ultime ore sul mercato internazionale; mercato internazionale dove i prezzi dei carburanti sono segnalati in discesa (soprattutto per quel che riguarda il diesel) grazie all’effetto cambio.
Facendo un breve salto indietro infatti, nelle ultime ore si era sorprendentemente registrata una discesa della quotazione dei prodotti raffinati dopo quasi una settimana di rialzi sul prezzo dei carburanti; il costo della benzina a livello internazionale è sceso a 588 euro per mille litri (-9), quello del diesel a 607 euro per mille litri (-13). A fronte di ciò in Italia, sui prezzi registrati alla pompa nelle ultime ore, è stato segnalato l’incremento di cui sopra. Che non ha risparmiato nessun distributore, compresi i cosiddetti no-logo.
La solita impennata pre vacanze:
Le medie nazionali dei prezzi dei carburanti salgono in queste ore a 1,851 euro/litro (+0,6 centesimi) per quello che riguarda la benzina, e a 1,745 euro/litro (+0,4 centesimi) per il diesel. In alcune aree del paese i prezzi registrati scavallano addirittura questi riferimenti arrivando a 1,873 euro/litro per la benzina ed a 1,755 per il diesel. Si tratta dell’ondata di rialzi più forte che si è registrata da marzo.
Negli scorsi giorni avevamo evidenziato come l’Italia fosse il paese con il prezzo del carburante tra i più elevati rispetto alla media europea (Prezzi benzina, Italia al top: ecco come farli scendere); come spiegato, a concorrere a questo triste record contribuiscono motivazioni di carattere fiscale in quanto nel nostro paese la composizione del prezzo della benzina è formata da 3 voci ovvero: costo del prodotto e margine di guadagno (31.33% sul prezzo complessivo); accise (vale a dire tutte le imposte di cui il prodotto è gravato siano esse di carattere locale, regionale o statale e la voce pesa per il 52,00%); imposta sul valore aggiunto, la famigerata Iva, uguale al 21%.
Allo stesso modo avevamo evidenziato come le accise, che compongono il 52% del prezzo finale dei carburanti, comprendessero a tutt’oggi voci molteplici e curiose quali ad esempio la guerra in Abissinia del 1935, la crisi di Suez del 1956, l’alluvione di Firenze del 1966, il terremoto del Belice del 1968 ed altre; in sostanza quando andiamo a fare benzina al distributore finanziamo ancora, consapevolmente o no, queste voci di spesa.
Fattori che naturalmente sono ormai noti ed accettati e che influiscono da anni sull’eccessivo costo della benzina nel nostro paese; come dire, non si può imputare a questi elementi l’impennata dei prezzi della benzina che si è registrata nelle ultime ore. Impennata che, guarda caso, arriva proprio a ridosso delle vacanze estive e quindi in concomitanza con le partenze di gran parte degli italiani.