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Povertà assoluta: cos’è e come viene calcolata dall’Istat
Si fa riferimento ella povertà assoluta ed è quindi utile tentare di capire cos’è e come viene calcolata dall’Istat. La soglia di povertà assoluta rappresenta, secondo l’istituto di statistica, il valore monetario, ai prezzi correnti, del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia, definita in base all’età dei componenti, alla ripartizione geografica e alla tipologia del comune di residenza.
In sostanza si parla di beni minimamente indispensabili per la sopravvivenza e che costituiscono un paniere. E una famiglia viene considerata assolutamente povera se sostiene una spesa mensile inferiore o pari al valore del paniere di beni e servizi valutato essenziale in base all’età dei componenti del nucleo familiare e alla sua collocazione geografica.
Si parla quindi di una soglia di reddito al di sotto della quale una famiglia o un individuo vengono considerati poveri; la soglia di povertà varia per ogni tipologia di famiglia.
La povertà aumenta per singoli e famiglie numerose:
Quindi si parla, per il 2015, di 1 milione e 582 mila famiglie in condizione di povertà assoluta: più del 6% del totale. Il dato è sostanzialmente stabile rispetto agli ultimi anni.
Ad essere cresciuto è il numero legato all’andamento della povertà assoluta tra le famiglie con 4 componenti o nelle coppie con 2 figli. Più in generale il dato cresce se misurato non in termini di famiglie, ma di persone singole: si parla del 7,6% della popolazione residente nel 2015. Nel 2014 il dato era del 6,8%.
A sorprendere è il fatto che il dato relativo alla povertà assoluta nel 2015 è aumentato molto più al nord Italia. E questo vale tanto in termini di famiglie, che di singoli. Si parla ovviamente di aumenti rispetto all’anno precedente: perché in termini generali è ancora il sud a registrare i valori più elevati di povertà assoluta.
La povertà relativa:
L’altro dato da rimarcare è come l’incidenza della povertà assoluta vada scemando con il salire dell’età. In sostanza il dato sembrerebbe coinvolgere più i giovani che gli anziani.
La stessa deriva è seguita dalla povertà relativa, dato che indica il consumo pro-capite o il reddito medio per abitante. Quindi un dato relativo, per l’appunto, che indica la quantità di denaro cui ogni cittadino può godere ogni anno.
Anche la povertà relativa risulta stabile per famiglie con pochi componenti, e in crescita per le persone singole e famiglie numerose. Dati che dimostrano come la crisi economica sia tutt’altro che alle spalle.