Calcolare il potere d’acquisto delle famiglie:
Naturalmente si tratta di due voci che viaggiano a stretto contatto per arrivare a quantificare esattamente il potere di acquisto; come ovvio, l’aumentare dell’uno influenza l’andamento dell’altro. Se ad esempio i prezzi aumentano e a questo incremento non è accompagnato un aumento anche del reddito, diminuisce il potere d’acquisto. Capita quando si registra inflazione consistente che porta ad un generato aumento dei prezzi.
È quello che sta succedendo in Italia dove, come abbiamo visto, nel 2013 il potere d’acquisto delle famiglie è letteralmente andato a picco; 1% è il dato registrato dall’ Istat.
Il fenomeno opposto si ha quando a crescere sono i salari mentre i prezzi restano al palo: in quel caso si assiste ad un incremento del potere d’acquisto. Accadimento ben più raro, soprattutto dalle nostre parti, ma che può comunque registrarsi.
La deriva degli ultimi anni:
Come è facile intuire, negli ultimi anni si è assistito ad una crescita dei redditi molto limitata per la maggior parte della popolazione; ciò unito ad un conseguente aumento dei prezzi, ha prodotto un risultato piuttosto evidente. La perdita di potere d’acquisto della gran parte delle famiglie italiane.
Che è quello che poi è successo in riferimento all’anno 2013 anche se il dato è figlio di un fenomeno particolare: infatti il 2013 è un periodo nel quale si è assistito ad un reddito disponibile delle famiglie italiane leggermente più altro rispetto al precedente anno di rilevamento, +0,3%. Tuttavia a causa dell’inflazione in crescita il dato complessivo del 2013 sul potere d’acquisto delle famiglie segna un –1,1% rispetto allo stesso periodo del 2012.