Tutti insieme per salvare Mohamed:
Dal 2007, per salvare Mohamed, si sono attivati in molti ed inoltre sono state portate avanti delle ricerche, diramate per mezzo del registro internazionale dell’èquipe di Oncoematologia pediatrica dell’ ospedale San Matteo, che però, purtroppo, ancora non hanno prodotto i frutti sperati.
Le persone, infatti, che finora si sono presentate all’appello, tra cui alcuni suoi connazionali, non si sono rivelate compatibili. L’ufficio relazioni esterne del San Matteo sta continuando a ricevere varie telefonate da parte di cittadini che hanno preso il caso molto a cuore.
A Pavia non si ha timore di avere contatti fisici con gli immigrati, per cui l’idea leghista di distribuire alla gente sapone si rivelerebbe certamente un fallimento. Anzi: c’è chi ha addirittura offerto delle somme in denaro per il padre, Sami, 53 anni, che malgrado possegga una buona istruzione e conosca 4 lingue non riesce purtroppo a trovare un lavoro che gli permetta di vivere dignitosamente.
Non manca, nel contesto di questa storia, chi si è informato su come diventare donatore e neppure chi ha messo a disposizione un paio di stanze della propria casa per ospitare la famiglia tunisina – marito, moglie e due figli – che attualmente viene seguita e sostenuta per affrontare i vari costi del caso in oggetto dall’Agal, l’associazione amici del bambino leucemico.
Insomma, i fatti di Pavia sembrano dar ragione al grande Thoreau che affrmava che ” la bontà è l’unico investimento che non fallisce mai “.