Vittime sul lavoro:
Tornando a parlare della quarta Giornata mondiale per il lavoro dignitoso che si celebra oggi, sono diverse le adesioni da parte dei maggiori sindacati del nostro paese: la Cgil ha deciso, come era giusto ed ovvio, di dedicare questa edizione alle vittime del crollo di Barletta: “vittime del lavoro e di un lavoro, non certo per loro scelta o responsabilità, per nulla dignitoso. Questa ennesima inaccettabile tragedia – afferma la CGIL – assomma molti dei guasti che, troppo spesso, rendono la nostra economia e la nostra società incivili e lesive della dignità umana e del lavoro”.
Anche la Uil dedicherà questa ricorrenza alle donne decedute a Barletta: “al dolore e all’indignazione non possiamo non aggiungere un altro sentimento: –ha affermato Luigi Angeletti, segretario nazionale Uil- quello della vergogna. A Barletta, come in altre parti del nostro Paese, i sindacalisti fanno finta di non vedere, troppo impegnati a discutere di articolo 8 e delle scelte di Marchionne. A conferma del fatto che, anche per molti di noi come per molti media, continuano ad esistere lavoratori di serie A e di serie B. Le regole contro il lavoro nero e sulla sicurezza sono, talvolta, evase o, spesso, non applicate compiutamente e occorrerebbe un maggiore dispiegamento di forse ispettive.”
Lavoro e dignità:
Parole che risuonano, per certi versi, di circostanza a seguito di una tragedia come quella delle scorse ore ma che rappresentano anche un’importante denuncia e lasciano naturalmente spazio alla speranza che qualcosa di concreto possa essere fatto: e qualcosa di concreto intanto, viene fatto a livello di protesta.
A Modena ad esempio, dove in occasione della Giornata mondiale del lavoro dignitoso verranno messe in atto una serie di manifestazioni che coinvolgeranno insieme studenti e precari: obiettivo, tornare al lavoro a a tempo indeterminato quale regola nelle assunzioni ed eliminare le forme di lavoro flessibile che si sono rivelate come un’anticamera del precariato e finanche dell’ illegalità.
Il tutto nella speranza, al momento alquanto remota, che lavoro e dignità possano un giorno essere due concetti che riescano a convivere serenamente tra loro.