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Cyberbullismo: come è nata la legge e cosa prevede

La Camera dei Deputati con 432 voti favorevoli zero contrari e un solo astenuto ha finalmente approvato la legge sul cyberbullismo. Un passo avanti con l’obiettivo di regolamentare e prevenire il problema offrendo gli strumenti giusti e che pone al centro dei giochi anche la scuola.
Il testo è stato rimodellato e modificato nel corso degli anni e ha subito una lunga e faticosa gestazione che va avanti dal 2013, quando Carolina Picchio una minorenne di Novara, si tolse la vita a causa di un video hot che la vedeva protagonista.
Una prima vittima accertata di cyberbullismo, uccisa emotivamente dalle migliaia di like con insulti e volgarità che non è riuscita ad affrontare.

Un punto di partenza:

Una legge, quella sul cyberbullismo che può e deve essere modificata ma di certo un buon punto di partenza, come ha affermato la senatrice Elena Ferraro, prima firmataria del decreto di legge nonché docente di Carolina Picchio alle elementari. È stata proprio lei una volta eletta al senato a fare sua questa battaglia con il sostegno di Paolo Picchio papà di Carolina e la madre della giovane ragazza.
Il provvedimento è stato approvato in prima lettura dal Senato il 20 maggio 2015, poi modificato dalla Camera il 20 settembre 2016 e nuovamente ratificato con modificazioni dal Senato il 31 gennaio 2017. Il testo approvato il 17 maggio 2017 è arrivato all’esame di Montecitorio senza successive modifiche da parte del Senato.

La storia di Carolina Picchio

La storia di Carolina Picchio è purtroppo una delle tante che vede ragazzi intrappolati e schiavi del web. Bullismo e cyberbullismo, derisione e prese di mira sui social.
Parliamo di video e foto con espliciti contenuti sessuali che passano da uno smartphone a un altro tramite chat e social network. Il più delle volte complici sono proprio i ragazzi che senza pensare alle conseguenze di un gesto del genere cercano il divertimento.
Da questo purtroppo non sono esclusi ragazzi con disabilità, stranieri o derisi per via di scelte sessuali diverse. Il provvedimento introduce una serie di misure educative e formative allo scopo di favorire una maggiore consapevolezza tra i giovani su questi comportamenti che generano isolamento ed emarginazione.

I dati su minori e cyberbullismo

Il bilancio sui minori e il cyberbullismo è spaventoso, così come si palesa dai dati dei report annuali stilati da Telefono Azzurro.
Un trend vertiginosamente in salita vista la continua indifferenza dei ragazzi stessi a capire che all’apparenza un gioco per loro innocente in realtà può avere sviluppi negativi o addirittura infausti.
C’era quindi bisogno di una disposizione che potesse tutelare le vittime del cyber spazio. Nella legge viene data per la prima volta una definizione ufficiale di Cyberbullismo, ovvero
“Qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto di identità, manipolazione e trattamento illecito dei dati personali in danno dei minorenni; nonché la diffusione di tali contenuti online allo scopo predominante e intenzionale di isolare il minore ponendo in atto un serio abuso, attacco dannoso o messa in ridicolo”.
Prende forma un primo identikit del bullo o cyberbullo come di una persona che tramite minacce compie vere e proprie molestie e azioni reiterate nei confronti di una vittima che causano nella stessa ansia, inquietudine, paura e altri danni psicologici.

Cosa prevede la nuova legge?

Ma andiamo a vedere in sintesi cosa prevede il ddl a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto al cyberbullismo: la legge è rivolta soprattutto ai minori, infatti prevede che i ragazzi di quattordici anni o i genitori degli stessi, possano inoltrare al gestore del sito internet o dei social media richiesta di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete.
Se entro le ventiquattro ore successive la segnalazione non vi sia stata alcuna comunicazione da parte del responsabile del sito ed entro le quarantotto ore lo stesso non abbia provveduto alla rimozione, l’interessato può rivolgersi al Garante della Privacy il quale provvede entro quarantotto ore alla rimozione. Sono comunque esclusi gli accessi provider, cache provider e i motori di ricerca.

La procedura dell’ammonimento

Un aspetto molto importante del testo riguarda anche l’ammonimento e la responsabilizzazione dei ragazzi su comportamenti che seppur inconsapevoli possono portare a condotte penalmente perseguibili.
La procedura dell’ammonimento, per i reati commessi a mezzo internet da minori ultraquattordicenni nei confronti di minorenni, prevede infatti che fino a quando non sia stata presentata denuncia per diffamazione, minaccia o illecito di dati il questore possa richiamare il ragazzo colpevole di tale reato (così come avviene per lo stalking in base all’art. 612 bis del codice penale) insieme ai genitori per riprenderlo. Gli effetti dell’ammonimento cessano al compimento del diciottesimo anno di età.

I tanti suicidi per Cyberbullismo

Sono stati troppi i suicidi di minori a causa di video o foto in atteggiamenti intimi o addirittura in stato di semi- coscienza a causa dell’alcol. Ecco perché è di fondamentale importanza l’aiuto della scuola e degli insegnanti.
In ogni istituto sarà presente un insegnante anti-bullo individuato tra il corpo docente per le iniziative contro il cyberbullismo. Spetterà poi al preside informare le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo informatico e attivare adeguate azioni educative a tal proposito.
In tutto ciò il Ministero dell’Istruzione avrà un compito molto importante, cioè quello di redigere un tavolo ministeriale permanente al fine di stilare un piano di azione integrato per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo.
L’obiettivo è quello di realizzare un sistema di raccolta dati per monitorare l’evoluzione di tali fenomeni in collaborazione con la Polizia postale.

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Scritto da

Calabrese, testarda e con la passione per il giornalismo.

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