Euclione, Plauto e il Senato Romano:
In quell’epoca, come chi conosce un pò di storia romana antica sa bene, il senato romano pullulava di ladri (le testimonianze di malcostume negli affari pubblici e privati risalenti a quel periodo si sprecano), quasi com’è adesso da noi (vedi il senatore Di Girolamo che s’è dovuto dimettere perchè colto con le mani nel sacco), però accusarli apertamente avrebbe potuto recare qualche grana.
Euclione era stato messo nel copione della commedia da Plauto col fine ben preciso di comunicare alla gente del popolo romano che molti senatori rubavano. E che fa? Durante lo scorrimento della trama scopre il furto della sua pentola piena d’oro e, rivolgendosi agli spettatori delle prime file, dove i senatori erano seduti separatamente dai popolani, dice: ” Vi prego e vi scongiuro, aiutatemi ed indicatemi l’uomo che l’ha portata via…
Ma che c’è? Perchè ridete? Vi conosco tutti, so che qui ci sono parecchi ladri, che si nascondono dietro vestiti candidissimi e siedono qui come se fossero persone oneste”…
Era un brutto periodo quello per la gente onesta: corruzione, ruberie, malaffare da parte di personaggi che ricoprivano incarichi pubblici si sprecavano. Di lì a poco si doveva levare la voce del poeta satirico Lucilio (180 a.C. circa – 102 a.C.) per tuonare contro i maneggi della politica: “Ma ora dalla mattina alla sera, nei giorni di festa e di lavoro, sempre ed ugualmente il popolo intero e i senatori si agitano tutti nel Foro, non se ne vanno mai, si dedicano tutti alla stessa occupazione (ogni riferimento alle odierne leggi ad personam è puramente casuale) e alla stessa arte, di ingannarsi accortamente, di lottare tra di loro con frode, di gareggiare in blandizie, di fingersi galantuomini, di tendere insidie, come se fossero nemici a tutti”. Ma… di che stavamo parlando? già, dell’evento di piazza Navona. Bella piazza, bella gente, Peccato non ci fosse Euclione.