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Cala il prezzo delle case
Un dato del resto confermato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, con un rapporto elaborato in collaborazione con Assilea, il quale mette in rilievo come le abitazioni continuino a deprezzarsi, una tendenza arrivata ormai al sesto anno consecutivo, con una ulteriore flessione dello 0,4% nel corso del 2017.
Il motivo di questo apparente paradosso è da ricercarsi in una tendenza alla compressione delle dinamiche salariali, per effetto delle quali molte famiglie si trovano spesso in difficoltà ad interfacciarsi con i prezzi talvolta troppo alti delle abitazioni. Un dato, quello degli stipendi bassi, il quale va poi a mixarsi con una certa prudenza del mondo bancario.
Gli istituti, infatti, avendo ancora in cassa molti crediti deteriorati preferiscono non allargare troppo i cordoni della borsa per non rischiare di ritrovarsi di nuovo in una situazione critica. Ne consegue un restringimento dei criteri relativi alla concessione dei mutui, soprattutto verso categorie problematiche come i giovani, spesso precari o con contratti a termine che non danno sufficienti garanzie per i piani di rientro.
Perché in questo momento acquistare casa conviene
In questa situazione restano sul mercato diverse abitazioni i cui proprietari non sembrano intenzionati ad abbassare le richieste, con la conseguenza che i prezzi non crescono. Una vera e propria anomalia che però rende in questo momento più conveniente l’acquisto che non l’affitto da parte delle famiglie alla ricerca di un’abitazione, spingendo gli analisti a prevedere una ulteriore crescita del numero delle compravendite immobiliari nell’immediato futuro.
Di fronte ad una situazione così contraddittoria naturalmente le istituzioni e gli addetti ai lavori cercano soluzioni in grado di sbloccare finalmente la situazione. In un quadro di questo genere vengono anche rispolverate vecchie ricette, come quella proposta da ABI (Associazione Bancaria Italiana) qualche anno fa, quando l’associazione che riunisce gli istituti bancari tricolori aveva proposto di destinare l’invenduto alla cosiddetta edilizia sociale.
Una ricetta che potrebbe essere resa possibile dall’intervento della Cassa Depositi e Prestiti e che si inserisce in un quadro che prevede una crescita ulteriore del settore immobiliare tale da restituirgli la funzione di volano economico.
Settore residenziale e uffici
In attesa di risposte anche da parte della politica, va comunque registrata la crescita fatta registrare dal mercato nel corso del 2017, non soltanto nel settore residenziale, ma anche in quello relativo agli uffici, ai negozi e agli immobili produttivi.
Il comparto nel corso del 2017 ha raggiunto i 15,7 miliardi di euro, con un aumento di quasi tre punti e mezzo percentuali nei confronti del dato registrato dodici mesi prima. Cifre che vanno a confermare un trend in atto ormai dal 2014 e che hanno permesso al settore non residenziale di continuare il recupero in atto nei confronti della situazione precedente allo scoppio della bolla dei mutui subprime e alla crisi che ne è conseguita.