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Lotta all’ evasione fiscale: arriva il cervellone ‘Serpico’

Si chiama Serpico. E non ha nulla a che fare con  il super poliziotto di New York interpretato da Al Pacino che denunciò, dopo averlo scoperto, un caso di corruzione piuttosto cospicuo tra i suoi colleghi ufficiali. Ma è il nome del maxi cervellone inserito nell’articolo 11 del decreto Salva Italia per la lotta contro l’evasione fiscale.
Dopo il redditometro introdotto nel 2010 e lo spesometro nel 2011 ecco Serpico, diminutivo di servizio per i contribuenti, un’applicazione della SOGEI società di informatica passata da Telecom Italia al Ministero dell’Economia nel 2001. I tre guerrieri per la lotta all’evasione fiscale.
Un milione di miliardi di byte di memoria attivo 24 ore su 24 nei sotterranei romani della Sogei, il cervellone dell’Agenzia delle Entrate può arrivare a lavorare su ventidue mila informazioni al secondo, unendo in un’unica soluzione dati reddituali, bancari, catastali e non solo.
Questo strumento, proprio perché potenzialmente elevato, fotografa anche quelle che sono le spese per l’auto, la palestra, gioielli, rate della scuola, case intestate, ma anche viaggi in luoghi più o meno esotici, contributi pagati per colf e badanti, l’entità dei conti correnti, tutte le transazioni sopra i 1.000 euro ed eventuali spostamenti di denaro all’estero, sperando così di arginare il fenomeno dell’evasione.

 

Come funziona il cervellone Serpico:

A questo computer infatti, tocca il compito di scovare buona parte dei 120 miliardi di euro che ogni anno gli Italiani evasori fiscali non versano nelle casse dell’erario, circa 3.000 euro a contribuente. Incrociando i dati reperiti dalle banche con quelli presenti negli archivi delle Agenzie delle entrate in pochi istanti eventuali anomalie vengono segnalate mandando un alert informatico con margine di errore pari a zero agli ispettori del fisco cui poi toccherà analizzare nel dettaglio il contribuente sospetto.
Serpico è attivo già da qualche anno, ma il governo Monti ha deciso di sfruttare a pieno la sua potenzialità. La funzione principale è quella di fornire i dati per il calcolo del redditometro. Come funziona tecnicamente questo strumento dell’ Agenzia delle Entrate per scovare gli evasori?
Grazie ad una rete di duemila server posizionati fisicamente tra Lazio e Abruzzo, si possono incrociare direttamente i dati di ogni contribuente partendo semplicemente da nome e codice fiscale. Coloro i quali hanno avuto modo di vedere da vicino Serpico, lo descrivono come un software dall’ interfaccia piuttosto anonima, stile Poste Italiane, uno sfondo turchese con sopra il logo dell’ Agenzia delle Entrate, alcune stringa di ricerca e due caselle da riempire; quella per il codice fiscale e quella per la partita iva. 
Schermata dopo schermata sono svelati tutti i pagamenti e i movimenti dei cittadini. Una mole di dati impressionanti, che l’ Agenzia delle Entrate con i semplici ispettori non potrebbe arrivare a coprire, proprio per questo, sono stati impostati alcuni algoritmi applicativi per identificare le categorie più a rischio; anche le società di leasing o noleggio, utilizzate spesso dal fisco, saranno legate a Serpico; al momento sono solo tre i super funzionari a poter accedere ai dati già immagazzinati da Serpico, e ognuno di loro ha una password personale per accedere all’archivio. 

 

Aziende e controlli anti evasione:

Un fisco sempre più agguerrito e tecnologicamente avanzato guidato da Attilio Befera, nelle vesti di paladino della legalità; a ciò va aggiunto che il governo Monti ha inasprito le norme per gli evasori fiscali introducendo sanzioni penali e indagini patrimoniali molto più severe per chi dichiara il falso.
Per quanto riguarda le aziende invece, la pressione di Serpico è ancora più accentuata; accanto alle informazioni già disponibili, come l’elenco di clienti e fornitori, si aggiungerà la comunicazione telematica delle operazioni di iva superiori a tremila euro e segnalazioni di eventuali rapporti con i clienti residenti in paesi black list, ovvero a regime fiscale privilegiato, comunemente definiti paradisi fiscali.
La privacy di ogni contribuente quindi, sarà tracciata; quasi più dei social network come Facebook e Twitter. Tutto online, è la fine del segreto bancario. E di questo particolare, si è occupato il garante della privacy Francesco Pizzetti, professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Torino, invitando alla “cautela per evitare odio sociale e oltrepassare i limiti”, in quanto “i dati pubblicati sul web, difficilmente possono essere cancellati come nel cartaceo, materiale  terribilmente pericoloso che andrebbe a ledere il servizio di riservatezza”.

 

Controlli e privacy:

Già nel 2008 lo stesso Pizzetti parlò della privacy in riferimento all’ illecita pubblicità online dei redditi degli italiani; una battaglia contro il web 2.0. Il problema fondamentale, ad oggi, è che il fisco non ha tutti gli strumenti necessari per gestire la sicurezza di questi dati e soprattutto si deve capire se le misure elaborate dal fisco sono comunque utili per evitare fughe di notizie e violazione di dati sensibili, come auspicato dall’attuale garante Antonello Soro, subentrato a Pizzetti nel giugno del 2012.
Chi si oppone a Serpico è anche il comico-poltico Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, il quale parla di “un passo avanti verso la Repubblica Italiana dei soviet”, ricordando che i grandi evasori “non transitano sui conti correnti” e che “i grandi corruttori non fanno bonifici”.

Pubblicato in Archivio Notizie

Scritto da

Calabrese, testarda e con la passione per il giornalismo.

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