Diagnosi precoce del coronavirus in Italia
In entrambi i casi, medici e ricercatori hanno detto a Xinhua che le prove della diagnosi precoce del coronavirus in Italia non hanno messo in dubbio le origini del virus. Ma aiuta a creare un’immagine più chiara di come il virus si è diffuso. L’ultimo dato, pubblicato il 7 gennaio sul British Journal of Dermatology, si basa sull’analisi di biopsie cutanee eseguite tra settembre e novembre 2019.
Secondo un comunicato dell’Università degli Studi di Milano, le patologie cutanee possono essere sintomo di infezione da coronavirus nel 5-10% dei casi. Quindi è possibile, ha detto l’università, il problema della pelle per cui la donna di 25 anni ha chiesto cure fosse in realtà un sintomo del coronavirus.
Ciò lo rende simile al caso precedente che coinvolgeva il bambino di quattro anni, anche lui a Milano, che era stato ricoverato in ospedale dopo aver sviluppato sintomi simil-influenzali e un’eruzione cutanea. La diagnosi iniziale per il ragazzo era il morbillo, un’infezione virale facilmente curabile comune nei bambini.
Covid già in Italia nel 2019?
C’è stata una speculazione sui media italiani secondo cui la presenza del coronavirus molto prima potrebbe aiutare a spiegare le notizie di una stagione influenzale particolarmente grave a Milano tra ottobre e dicembre 2019. In un bollettino del 24 dicembre 2019, una settimana prima del primo caso ufficiale riportato a Wuhan, il Ministero della Salute italiano ha riportato alti livelli di ceppi “insoliti” di influenza e polmonite concentrati nell’area intorno a Milano e comparsi in 17 delle 20 regioni italiane.
Il 7 gennaio 2020, il Corriere della Sera, il quotidiano più letto in Italia, ha pubblicato un articolo sull’infiammazione in pazienti apparentemente causata dal “batterio Pneumococcus” (fonte: GlobalTimes), ma rilevando che alcuni casi sembravano essere causati da un virus. L’articolo diceva che alcuni ospedali di Milano dovevano utilizzare letti aggiuntivi per accogliere il numero insolitamente alto di pazienti.