Monkeypox, il vaiolo delle scimmie
È trattato in isolamento e si trova in condizioni ragionevoli, si legge in una dichiarazione diffusa dalle agenzie di stampa italiane, aggiungendo che altri due casi sospetti sono oggetto di indagine. Alessio D’Amato, assessore alla Salute della Regione Lazio che comprende Roma, ha confermato sui social che si tratta del primo caso del Paese, aggiungendo che la situazione è “costantemente monitorata”.
Casi di vaiolo delle scimmie sono stati rilevati anche in Spagna e Portogallo – dove sono stati segnalati più di 40 casi possibili e verificati – così come in Gran Bretagna, Svezia, Stati Uniti e Canada. La malattia ha infettato migliaia di persone in alcune parti dell’Africa centrale e occidentale negli ultimi anni, ma è rara in Europa e Nord Africa.
Da segnalare anche le dichiarazioni rilasciate dal direttore generale dell’ospedale Spallanzai di Roma, dove in tutto sono arrivati a 3 i casi confermati e ricoverati:”Il primo messaggio da dare è nessun allarme, ma attenzione. Abbiamo tre pazienti positivi al vaiolo delle scimmie, il virus sarà isolato a inizio settimana. Attualmente allo Spallanzani sono ricoverate 3 persone con infezione confermata da virus Monkeypox, virus del vaiolo delle scimmie. Si tratta di tre giovani uomini, che non riferiscono contatti tra di loro, anche se due di loro riportano un recente viaggio alle Canarie, dove è stato segnalato un caso di questa malattia”.
I sintomi del vaiolo delle scimmie
I suoi sintomi sono simili ma un po’ più lievi del vaiolo: febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, brividi, esaurimento, anche se provoca anche il gonfiamento dei linfonodi. Entro 1 o 3 giorni, il paziente sviluppa un’eruzione cutanea, che spesso inizia sul viso e poi si diffonde ad altre parti del corpo.
Sebbene la maggior parte dei casi di vaiolo delle scimmie non siano gravi, gli studi hanno dimostrato che 1 persona su 10 che contrae la malattia in Africa muore a causa di essa. Martedì l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che si stava coordinando con i funzionari sanitari del Regno Unito e dell’Europa sui nuovi focolai.