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Libertà di stampa: la classifica di Reporter Senza Frontiere

L’associazione Internazionale Reporter Senza Frontiere ha da poco pubblicato i dati sulla libertà di informazione nei paesi del mondo e la classifica di quest’anno contiene molti cambiamenti per quanto riguarda le posizioni  di merito.
Emerge un quadro generale che riflette un anno incredibilmente ricco di sviluppi, soprattutto nel mondo arabo, per cui molti mezzi d’informazione hanno pagato a caro prezzo la loro copertura mediatica delle aspirazioni democratiche o dei movimenti di opposizione. Il controllo delle notizie e delle informazioni continua a rappresentare una sfida per i governi e a essere motivo di sopravvivenza per i regimi repressivi e totalitari.
L’anno appena trascorso ha anche messo in luce il ruolo fondamentale giocato dagli internauti nel produrre e diffondere le notizie.
La parola-chiave del 2011 è stata repressione. La libertà d’informazione non è mai stata così tanto associata alla democrazia. I giornalisti, con le loro cronache, non hanno mai infastidito così tanto i nemici della libertà. E nemmeno gli atti di censura e gli attacchi fisici ai giornalisti sono mai stati così numerosi -si legge nel Rapporto-. L’equazione è semplice: l’assenza o la soppressione delle libertà civili porta necessariamente alla soppressione della libertà d’informazione. Le dittature temono e censurano le informazioni, soprattutto quando queste possono minarne la stabilità”.

 

Libertà di stampa nel mondo: l’Italia scivola

Non sorprende infatti che il trio di Paesi composto da Eritrea, Turkmenistan e Corea del Nord – dittature assolute che non consentono libertà civili- occupi nuovamente gli ultimi tre posti della classifica. Questi ultimi sono immediatamente preceduti da Siria, Iran e Cina, tre paesi che, risucchiati da una folle spirale di terrore, sembrano aver perso il contatto con la realtà. Proseguendo verso l’alto, troviamo il Bahrain e il Vietnam, regimi oppressivi per eccellenza.
La classifica di quest’anno – conclude RSF – ritrova ai primi posti lo stesso gruppo di paesi che continuano a rispettare le libertà fondamentali: Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi. Questo ci dimostra che l’indipendenza dei media può preservarsi solamente nelle democrazie forti“.
Per quanto riguarda nello specifico la situazione italiana, i dati sono tutt’altro che positivi. Il nostro paese ha perso infatti ulteriori posizioni, scivolando dal 49esimo al 61esimo posto della classifica, molto al di sotto di altri Paesi europei.
In Italia a differenza dei paesi menzionati sopra, le libertà civili ci sono tutte e non è presente alcuna forma di regime; di conseguenza il risultato così scadente riportato dal nostro paese andrebbe indubbiamente ricercato in altri ambiti, vedi la tendenza tutta italiana ad assumere comportamenti omertosi oltre che l’ abitudine di gran parte dei giornali grossi, anche quelli che spesso si identificano come liberi, ad essere assoggettati al potere per questioni economiche. I giornali d’altra parte, vanno venduti ed in questi tempi di crisi meglio stare sicuri.

 

I paesi con più libertà di stampa:

Tornando al quadro del resto d’Europa, come accennato la Finlandia e la Norvegia confermano il loro primato ex aequo, seguite da Estonia, Paesi Bassi, Austria, Islanda, Lussemburgo, Svizzera. Ma anche a Germania (18mo posto), Polonia (24) Regno Unito (28), Francia (38), Spagna (39), Romania (49) e Bosnia Erzegovina (59). Sempre rimanendo in Europa, le posizioni peggiori sono occupate dalla Bulgaria (80) e dalla Grecia(70).
Peggio di noi hanno fatto gli Stati Uniti, che dal 20mo posto della classifica 2010 precipitano in modo eclatante al 47mo. Non certo il trionfo della Democrazia. 

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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