Cosa prevede l’accordo sull’editoria:
L’ accordo prevede che le tariffe non siano più agevolate dal sostegno di contributi statali, ma vengano in compenso ridotte rispetto alla tariffa piena. Dalla Fieg quindi hanno espresso grande soddisfazione per questo decreto sottolineando come, benché l’accordo risulti oneroso per la Federazione, sia un compromesso positivo rispetto a quella che era l’ipotesi iniziale della tariffa piena e di conseguenza rappresenti un passaggio molto importante soprattutto in considerazione del momento delicato che il settore sta da tempo attraversando.
“Il decreto – si legge sul sito della Fieg – che recepisce i termini di quell’intesa quadro, è un atto senza oneri per lo Stato, che contribuisce a rasserenare il clima e a consentire agli editori di mantenere il proprio impegno nella cura e nello sviluppo di un canale di vendita, quello degli abbonamenti, che è essenziale per il settore editoriale.”
La denuncia della Fnsi:
Tra l’altro proprio in queste ore, parlando di editoria e crisi del settore, è arrivata una denuncia autorevole da parte della Fnsi, la Federazione Italiana della Stampa Italiana vale a dire il sindacato nazionale unitario dei giornalisti italiani, tramite una lettera appello inviata ai presidenti di Camera e Senato; all’interno di questa lettera si evidenzia come “Il settore dell’editoria nel nostro paese è investito da una crisi molto pesante, la più grave dall’ultimo dopoguerra. Oltre cento testate, tra quotidiane e periodiche, di idee, cooperative, non profit, di partito, edite e diffuse all’estero e tante aziende dell’emittenza locale sono sull’orlo della chiusura”.
“Una situazione – si legge ancora nella lettera – che si sta preannunciando di una gravità estrema e che potrebbe aprire una prospettiva realistica di quasi 4.500 posti in meno tra giornalisti e lavoratori del settore.”
Malgrado questa situazione così delicata, conclude il comunicato, “dal Governo non sono arrivati messaggi rassicuranti ma solo vaghe promesse di interventi sine die. Se non si vuole la decimazione delle fonti di informazione e un durissimo vulnus al pluralismo dell’informazione qualcuno batta un colpo.”