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Legge Basaglia, 40 anni fa chiudevano i manicomi

Appena 40 anni fa, il 13 maggio 1978, veniva rivoluzionato il modo di intendere e trattare le malattie psichiatriche, assicurando ai malati una qualità di vita sicuramente migliore. Tale cambiamento era il frutto della Legge Basaglia, con la quale si decretava la chiusura degli ospedali psichiatrici o manicomi nei quali venivano rinchiuse, spesso contro la loro volontà, tutte le persone affette da disturbi mentali, gravi o meno gravi.
Contestualmente alla chiusura degli ospedali psichiatrici, la Legge Basaglia assicurava il diritto di cittadinanza a tutte le persone affette da queste patologie psichiatriche.

Cosa è cambiato con la legge Basaglia

In realtà questi cambiamenti erano stati il frutto di un intensa determinazione da parte di uno psichiatra, nonché deputato della Democrazia Cristiana, Bruno Orsini. Ciononostante, la prima legge per abolire gli ospedali psichiatrici prende il nome da Franco Basaglia, uno stimato psichiatra che con il suo lavoro, e l’amore con cui lo svolgeva, é riuscito ad imporre un nuovo modo di pensare e trattare le malattie mentali.
A distanza di quarant’anni né lo psichiatra Franco Basaglia, né la sua Legge sono state dimenticate ed anzi, ancora oggi molti psichiatri sostengono la necessità di riscoprire lo spirito rivoluzionario della Riforma, al fine di poter garantire una migliore qualità di vita del paziente, nonché abolire pratiche ormai obsolete, come quella di legare i pazienti ai propri letti. Cosa che purtroppo spesso succede, come abbiamo visto, con i Tso, trattamenti sanitari obbligatori.

Il superamento dei manicomi

L’intervento riformatore della Legge Basaglia era necessario per dare alla nostra società l’appellativo di moderna. Prima della sua entrata in vigore, infatti, in Italia si contavano circa 90mila persone affette da patologie psichiatriche, tutte rinchiuse in circa 98 ospedali per tutta la Penisola. Un numero eccessivo di malati, quindi, sistemati in pochissime strutture, regolate da una legge introdotta nel 1904 da Giovanni Giolitti.
Prima dell’intervento riformatore, entrare in un ospedale psichiatrico significava imbattersi non solo in soggetti gravemente malati, ma anche in omosessuali, prostitute ed addirittura donne affette da forti crisi depressive.

Chi veniva rinchiuso nei manicomi?

Alla luce della legge giolittiana, infatti, dovevano forzosamente essere ricoverate tutte le persone affette da alienazione mentale, da considerare pericolose per se stessi o per agli altri, o di scandalo per l’opinione pubblica. Questo, quindi, legittimava il ricovero anche di persone scomode ma, di fatto, non malate.
La cosa più assurda era il trattamento riservato ai bambini. Purtroppo la legge giolittiana non aveva previsto un limite di età minimo per l’internamento: di conseguenza le famiglie che non potevano, o non volevano, crescere i propri figli riuscivano a farli internare anche se avevano un banale disturbo di apprendimento o se erano semplicemente iperattivi.
Una volta internati, i pazienti diventavano veri e propri prigionieri, dovendo fare i conti con il freddo, la fame e le pessime condizioni igieniche dovute al sovraffolamento delle strutture, troppo inadeguate a gestire una così eccessiva richiesta.

Trasformazione in Centri di salute mentale

Quanto alle cure, scarsa era la conoscenza su alcune malattie della mente, per cui non di rado, non avendo i mezzi per curare la malattia, si sceglieva di tenerla a bada con il ricorso alla camicia di forza o, addirittura, all’elettroshock.
A seguito dell’introduzione della Legge Basaglia, i manicomi diventano in Centri di salute mentale, distinguendo i centri diurni, destinati a chi dorme in casa, dalle strutture residenziali aperte a coloro che necessitavano di periodi piú lunghi di assistenza. Negli ospedali, invece, venivano istituiti dei veri e propri reparti che prendevano il nome di servizi psichiatrici diagnosi e cura.

Chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari

La rivoluzione indetta dalla Legge Basaglia, però, si porta dietro i suoi effetti ed, in parte, deve ancora concludersi. Infatti solo nel 2012 siamo riusciti a realizzare ciò che Orsini aveva chiesto con la Legge Basaglia: la chiusura dei sei ospedali psichiatrici giudiziari presenti nella penisola italiana.
Queste strutture, comunemente chiamate OPG, infatti, continuavano a presentare problemi di sovraffollamento, nonché di condizioni igieniche degradanti. Solo oggi al loro posto sono sorte le residenze per le misure di sicurezza che prevedono al massimo solo venti posti letto, permettendo al personale di lavorare sicuramente meglio.

Dove ha fallito la Legge Basaglia

In conclusione, possiamo affermare che alla luce della Legge Basaglia molti sono stati i cambiamenti nel modo di pensare e trattare le malattie psichiatriche. Grazie all’intervento del deputato Orsini e dello psichiatra Basaglia oggi i pazienti affetti da disturbi psichiatrici possono godere di una vita sicuramente molto dignitosa non solo in Italia, ma anche all’estero.
Ben presto, infatti, anche altri Paesi Europei hanno scelto di conformarsi ai cambiamenti italiani. Resta da dire, però, che ancora molto può e deve essere migliorato, come il problema della contenzione meccanica, che può portare anche alla morte.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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