martedì, 19 Ottobre 2010 - 15:07
Legge anticorruzione: cosa c’è dietro
Dopo tantissimo tempo che si parlava dell’assoluta urgenza di una legge che ponesse un freno alla corruzione dilagante, soprattutto quella che vedeva come protagonista cricche legate al sottobosco politico e di governo, subito dopo la metà del Febbraio di quest’anno il premier Berlusconi faceva uno dei suoi soliti annunci solenni a proposito di un apposito disegno di legge:
“Siamo stati tutti insieme concordi di farlo più articolato: la prossima settimana penso che sarà pronto. Sono stato io a volerlo, io a proporlo e io poi, a seguito della discussione approfondita che si è svolta in Cdm, a ritenere che poteva essere migliorato”.
Nel Paese i tantissimi cittadini che avevano immediatamente pensato all’ennesima promessa poltica non mantenuta non si sbagliavano: da quel tempo, infatti, tutto tace e le cricche continuano a prosperare indisturbate. A quell’ epoca, ricordiamo, tra le tante perplessità di parte del mondo politico c’era stato un intervento del leader dell’ Idv, Antonio Di Pietro, che aveva intrapreso il solito botta e risposta con il premier fatto di reciprochi e continui attacchi: “Denunciamo l’ennesima truffa elettorale – aveva detto Di Pietro – Se davvero vuole fare una lotta alla corruzione deve fare un decreto legge e non un disegno di legge che serve soltanto per tirare a campare in attesa che le elezioni si svolgano”.
Una legge impedirebbe scambi e favori:
Forse la verità è che nel gioco degli appalti e delle commesse statali è in palio la possibilità di un consenso elettorale troppo utile per finalità politiche inconfessabili e una severa legge che regoli tale settore impedendo scambi e favori potrebbe rivelarsi estremamente dannosa per chi manovra carte e situazioni ad esso legate.
Nè di questi tempi, con probabili nuove elezioni all’orizzonte, è conveniente per la maggioranza politica italiana premere l’acceleratore sui tempi: molti pacchetti di voti per essere azionati attendono un corrispettivo che è sempre meglio tenere pronto nel cassetto.
Poi non è detto che una nuova legge risolva il problema perchè, come ha scritto Brecht ne “L’opera da tre soldi”: “la legge è fatta esclusivamente per lo sfruttamento di coloro che non la capiscono, o ai quali la brutale necessità non permette di rispettarle“.