La condanna all’azienda di Reggio Calabria:
Per questo motivo, nella vicenda di Reggio Calabria il giudice del lavoro ha condannato l’azienda costringendola a convertire il contratto in essere, registrato chiaramente come a progetto, in un vero e proprio contratto di lavoro subordinato; inoltre, l’azienda dovrà sborsare al lavoratore, a titolo di risarcimento, una cifra di poco inferiore ai 47mila euro.
“Questa sentenza che ha visto il lavoratore risarcito dimostra che vincere si può” ha commentato entusiasta Stefania Radici, ovvero la responsabile del Sol (sportello orientamento lavoro) della Cgil di Messina che ha diffuso la notizia tramite il social network Facebook – “Troppo spesso le imprese abusano delle tipologie contrattuali non standard e a scadenza, come contratti a progetto o contratti occasionali, per alleggerire il costo del lavoro e dotarsi di lavoratori con meno diritti e più remissivi.” ha proseguito la sindacalista.
“Ebbene, tale contratto è illegittimo ed un giudice del lavoro può ordinare la trasformazione dello stesso in contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Ma affinché ciò accada, è necessario che il lavoratore impugni il contratto e introduca il ricorso davanti ad un giudice”.
Legge del 2010 sul ‘collegato lavoro’:
Tuttavia la situazione, attualmente, si è fatta più complicata: con l’introduzione della Legge 183/2010 nota come “collegato lavoro”, infatti, sono stati ridotti i tempi di prescrizione ed i lavoratori precari hanno adesso a disposizione solamente 60 giorni di tempo dalla scadenza naturale del contratto o dal recesso da parte del committente per poter contestare la legittimità della cessazione del rapporto di lavoro.
Un tempo molto breve che, commentano sempre dalla Cgil di Messina, se non utilizzato si tradurrà inevitabilmente in una sanatoria di massa di abusi e licenziamenti illegittimi.