Italia: la situazione è preoccupante
Intanto, alcuni dati statistici ed analisi di esperti dei vari settori, ci dicono che la situazione economica dell’Italia è abbastanza preoccupante. L’edilizia, volano indiscusso di molte altre attività economiche e finanziarie, è quasi ferma: moltissimi immigrati che avevano trovato lavoro in questo settore si ritrovano disoccupati e disorientati.
Le compravendite di case sono in fase di stallo recando come conseguenza un calo dei valori immobiliari che, secondo alcuni analisti, perdurerà per molti altri anni ancora. Se alcune aziende hanno ripreso ad esportare le loro produzioni all’estero, nel mercato interno, per via del denaro che scarseggia presso i ceti medio-bassi, i parametri dei consumi tendono inesorabilmente verso il calo.
Non solo: secondo l’Isae, è notizia di queste ore, l’indice della fiducia dei consumatori registra ancora una flessione, evidenziandosi a giugno un calo a 104,4 da 105,4 di maggio. E toccando i minimi da marzo 2009. Il calo è dovuto ad un peggioramento delle valutazioni sulla situazione economica personale e di quelle sul quadro corrente. Il calo della fiducia è diffuso in modo omogeneo a livello territoriale: da 107,1 a 106 nel Nord Ovest, da 105,8 a 105,4 nel Nord Est, da 104,2 a 103 al Centro e da 106,1 a 105,4 nel Mezzogiorno.
Aumentano le sofferenze del sistema bancario:
A ciò si aggiunga il fatto che, secondo il bollettino dell’Abi del mese di giugno, ad aprile è proseguita la crescita delle sofferenze del sistema bancario italiano con l’ammontare delle sofferenze lorde a 64,993 miliardi di euro, in crescita del 39,99% su base annua. La crescita dell’aggregato per la prima volta da ottobre 2009 segna un rallentamento: infatti nel mese di aprile 2009 le sofferenze lorde erano pari a 46,426 miliardi.
Le sofferenze nette, espresse al valore di realizzo, in aprile sono state pari a 37,248 miliardi di euro in crescita del 47,52% su base annua. Il rapporto sofferenze nette su impieghi è stato ad aprile pari a 2,10% in leggera crescita sul dato di marzo pari a 2%.
Qui ci fermiamo per non annoiare chi ci legge con le varie richieste d’aiuto dirette al governo da organizzazioni quali quelle degli agricoltori, delle piccole e medie imprese, degli artigiani, dei commercianti, e così via. Evidentemente non siamo così ricchi come, forse su indicazione del governo, ci suggeriscono i mezzi di comunicazione pubblica.