Bail In, uno spettro si aggira per l’Europa
Come è noto il nostro Paese si è dotato nel corso del 2016 del Bail In, strumento che prevede la risoluzione delle crisi bancarie facendo leva sulle risorse di azionisti, obbligazionisti e correntisti degli istituti interessati. La sola eccezione nel nuovo quadro è rappresentato dai correntisti che abbiano depositato sul proprio conto cifre inferiori ai 100mila euro, per i quali sussiste la garanzia del Fondo di Garanzia dei Depositi.
Cosa vuol dire questo? Che nel caso di crisi di un istituto bancario si può ovviare andando a prelevare le risorse necessarie da coloro che hanno depositato i propri soldi nello stesso, mentre prima era previsto il cosiddetto Bail Out, ovvero l’intervento diretto da parte dello Stato nel piano di salvataggio delle banche mediante i soldi di tutti i contribuenti.
La norma è stata introdotta al fine di recepire il BRRD (Banking Recovery and Resolution Directive), la nuova normativa europea che regola i salvataggi bancari.
Bail In anche sotto i 100mila euro?
Ad aggravare i timori scaturiti dall’approvazione del Bail In sono poi arrivate le voci che vorrebbero una sua estensione anche a chi abbia sul proprio conto corrente meno di 100mila euro. Rumors alimentati dal vertice di Tallinn del 2017, quando i ministri delle finanze europei hanno affrontato la tematica relativa alla possibile crisi di panico che potrebbe colpire il sistema bancario in caso di fallimento o grave turbolenza patrimoniale di una banca.
Tra i possibili rimedi è stato evocato anche il Bail In per coloro che abbiano depositi inferiori ai 100mila euro, senza però che decisioni in tal senso siano state prese. Allo stato attuale, quindi, si può affermare che non esistano rischi per questi conti correnti, a differenza di quanto può accadere per i depositi sopra i 100mila euro.
Resta però da verificare cosa intenda fare il governo italiano di fronte a casi di questo genere, proprio alla luce di quanto accaduto nel caso della recente crisi che ha interessato Carige, conclusa con il varo di un decreto legge che prevede appunto la garanzia statale nel caso essa dovesse deflagrare.