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Italia: stadi e mercati ad un bivio

La Serie A sempre più indietro nelle infrastrutture: si intravede l’uscita dal tunnel in chiave mercato. Può sembrare un paradosso scrivere della crisi stadi in Italia proprio nel post week-end che ha fatto registrare il più alto incasso nella storia del calcio italiano: San Siro ovviamente, Inter-Juventus, ugualmente scontato.
Quasi 4 milioni di euro, ma un una tantum che non può bastare a tener in piedi una baracca che sta crollando. Perché quell’effetto di malinconico vuoto che si avverte dalla tv guardando partite di grandi squadre, magari con 30-40 mila persone sugli spalti, non aiuta la vendibilità del nostro calcio all’estero e la sua immagine.

 

Migliorare la qualità delle strutture:

Un sacrificio serve, in termini di capienza, per migliorare la qualità delle strutture e dell’impatto visivo: gli exploit portati da due o tre partite l’anno non possono più giustificare impianti sopra i 60 mila posti, numero che si raggiunge sempre più di rado in Italia.
Ecco perché si sta lavorando sulla direzione di stadi medio-grandi fra i 40 e 50 mila posti, sempre facendo salva la questione della legge sugli stadi; lo Juventus Stadium ha fatto da apripista e la Roma segue a ruota.
San Siro sembra un tempio inviolabile, difficile da abbattere o restaurare e per i più nostalgici i 77 mila di domenica pomeriggio rappresentano un buon motivo per non uniformarsi alla tendenza europea.

 

I numeri sono però impietosi

Con 22 mila spettatori di media l’Italia nella scorsa stagione è stata nettamente quarta fra i campionati europei principali, appena 2 mila unità in più della media francese, ma con una preoccupante differenza come dimostra la ricerca condotta da Bwin su qual è il miglior campionato del mondo.media-spettatori
L’Italia con oltre 41 mila unità di capienza media dei propri stadi è seconda nel Vecchio Continente, contro i 31 mila della Ligue 1. Se andiamo ad analizzare il numero in percentuale delle partite che hanno fatto registrare i tutto esaurito, la situazione italiana precipita: l’Italia è ultima col 55%, prendendo in considerazione anche il campionato belga, capace di far registrare un 77%.
Impressionante il numero toccato dalla Premier dotato di stadi sì dalla capienza inferiore, ma certo non così tanto da giustificare un pazzesco 94% di tutto esaurito.

 

Serie A in attivo

Se gli stadi piangono, i bilanci cominciano a sorridere: la Serie A ha chiuso con una spesa totale fra acquisti e cessioni di 35 milioni di euro: quasi la metà dei club italiani, il 45%, hanno chiuso in attivo l’ultimo bilancio.
Numeri che indicano non solo una maggiore attenzione delle società a non ripetere i crack del passato, ma anche una spesa più oculata e lungimirante: tanti i giovani promettenti sbarcati in Serie A, fra Inter e Roma soprattutto, senza dimenticare il Napoli.
Bilanci che crescono capaci, si spera, di incoraggiare una rinnovata attenzione in ottica stadi.

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Giornalista scomodo - "L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede..."

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