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Italia in deflazione per la prima volta dal 1959: cosa significa?

La notizia ha fatto il giro dei principali Tg e media nazionali, parlando di finanza ed economia, ed è di quelle in grado di generare allarme piuttosto diffuso: per la prima volta dal 1959, l’Italia ha chiuso il 2016 in deflazione.
Si sente spesso parlare di inflazione e deflazione, due fenomeni di grande rilevanza in ambito economico: se il primo può essere considerato come un fatto fisiologico, il secondo si verifica con meno frequenza ed è dettato da condizioni particolari, quali ad esempio quelle che stiamo vivendo attualmente in Italia e più in generale nel vecchio continente.
Ma cosa si intende nello specifico con il termine deflazione? E quali sono le differenze con il fenomeno dell’inflazione?

Inflazione e deflazione: definizioni e differenze

Partiamo proprio definendo quest’ultimo concetto: si parla di inflazione quando ci si riferisce ad un aumento generale dei prezzi di beni di consumo e di servizi in un determinato periodo di tempo.
Come conseguenza di questo fenomeno, il potere d’acquisto della moneta diminuisce, mentre aumenta il cosiddetto costo della vita. Di solito, sono beni quali generi alimentari, carburante e immobili ad aumentare, gravando sulle tasche dei cittadini, soprattutto quando i salari non crescono in maniera corrispondente agli aumenti dei prodotti in commercio.
Sebbene in alcuni casi l’inflazione possa essere controproducente (molti storici pensano che quella verificatasi in Germania negli anni ’20 abbia spianato la strada all’avvento del nazionalsocialismo), non si deve dimenticare che si tratta di un meccanismo strutturale dei liberi mercati.
Se tenuto entro dei livelli ragionevoli, non preclude infatti il corretto funzionamento del sistema economico. La Banca Centrale Europea ha appunto il compito di monitorare il livello d’inflazione, mantenendolo al di sotto del 3% attraverso delle apposite misure che interessano la circolazione di liquidità nel sistema creditizio.

Deflazione: pro e contro

Diverso è invece il meccanismo della deflazione. In questo caso i prezzi dei beni di consumo e dei servizi, invece di aumentare, tendono a rimanere costanti nel lungo periodo e nei contesti più “estremi” iniziano addirittura a scendere.
Se da un lato tale fatto può essere interpretato come vantaggioso per i consumatori, dall’altro è un fenomeno dagli effetti negativi per l’intero sistema economico.
Anzitutto occorre precisare che un livello contenuto di inflazione è generalmente un segnale di buona salute dell’economia di un paese (i prezzi salgono perché vi è capitale in circolazione, in virtù di un buon tasso di occupazione e di una buona capacità di spesa delle famiglie).
Quando una determinata area è invece interessata da tendenze deflazionistiche, questo significa che i salari sono di solito bassi, la disoccupazione è alta e le banche hanno difficoltà a prestare denaro.

Perché l’Italia è in deflazione?

Tale è esattamente lo scenario che stiamo vivendo in Italia in questo momento: a causa della perdurante crisi economica innescata dal crollo di Lehman Brothers nel 2008, le grandi e piccole aziende hanno subìto delle forti ripercussioni, riducendo la forza lavoro.
CIò ha contribuito ad aumentare la disoccupazione, riducendo la liquidità a disposizione delle famiglie; le banche si sono fatte più caute, distribuendo liquidità con minore frequenza.
In conclusione, la quantità di denaro in circolazione si è notevolmente ridotta, fatto che costringe i produttori ed i distributori a diminuire i prezzi per incentivare l’acquisto di beni e servizi.

Dati sulla deflazione del 2016 e differenza con il 1959:

L’attuale fenomeno deflazionistico è stato rilevato dagli istituti di statistica nazionali, che hanno recentemente pubblicato i dati relativi all’anno appena trascorso.
nel 2016 la variazione dei prezzi al consumo è stata di -0,1%, segnale quindi di un movimento dei prezzi in territorio negativo. Si tratta di un fatto eccezionale nel contesto economico nazionale, in quanto l’ultima volta che si è verificato risale a quasi 50 anni fa, quando nel 1959 si verificò un calo dello 0,4%.
La situazione sembra però cambiare: se nell’intero anno i prezzi sono scesi, nel mese di dicembre 2016 si sono registrati segnali di ripresa dell’inflazione, trainata dall’aumento dei costi della benzina e di un lieve rincaro dei servizi del comparto energetico.

Pubblicato in Archivio Notizie

Scritto da

Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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