Tutti gli alimenti contraffatti:
Questo tipo di mercato, si legge dal rapporto, è allettante poiché con un semplice utilizzo di etichette finte si riesce ad effettuare l’operazione; a tal proposito, i Carabinieri per le Politiche Agricole e Alimentari hanno sequestrato in provincia di Frosinone interi rotoli di etichette recanti la dicitura “mozzarella bufala” oltre che confezioni di contenente prodotto destinato al mercato estero con tanto di etichettatura.
Tra i prodotti di qualità rappresentativi del nostro paese che sono stati vittima di falsificazioni c’è anche il vino; grazie al’attività svolta dal Corpo Forestale e dell’Icqrf (Ispettorato Centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari e repressione frodi latte, formaggi, carni e prodotti di qualità i settori più colpiti dalle frodi) nel 2009 è stato possibili scoprire una grande operazione di falsificazione dell’Amarone della Valpolicella, moltiplicato utilizzando un comune vino da tavola.
Parlando del settore ittico, la problematica principale è data dal mancato rispetto delle norme di igiene sanitaria, di conservazione e di tracciabilità; per rendere bene l’idea, la Guardia Costiera durante le festività natalizie aveva scoperto più di 324 tonnellate di pesce scaduto da anni o in cattivo stato di conservazione.
Controlli e sequestri:
I sequestri si realizzano spesso alla frontiera stessa grazie all’Agenzia delle Dogane; questa nel 2009 ha scoperto oltre 25 mila barattoli di pomodori “San Marzano” con falsa etichetta nonchè più di 24 mila chili di formaggio dichiarato falsamente mozzarella, proveniente da una azienda tedesca e destinato alla Libia; in generale, sono Cina e Turchia i paesi dai quali provengono gran parte delle irregolarità.
I dati su contraffazione e frodi quindi, risultano essere consistenti e confermati anche dalla mole dei controlli effettuati; solo nel 2009 sono stati più di 700 mila, eseguiti in maniera capillare sul territorio passando in rassegna non solo produttori, negozi, ristoranti, ma anche mercati rionali, bar, stabilimenti balneari.
In virtù di questi controlli, si legge sempre dal rapporto Legambiente e Mdc, si è evitato che arrivassero sulle nostra tavole circa 41 milioni di chili di prodotti, per un valore di oltre 145 milioni di euro.