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Cosa dice la legge Mancino:
La legge Mancino n.205, che deve il nome al ministro dell’Interno Nicola Mancino che la propose, fu introdotta in Italia il 25 giugno 1993; tramite questa norma si vanno a prevedere sanzioni per qualsiasi manifestazione di gesti o slogan che richiamino l’ideologia Nazifascista.
La legge punisce ogni forma di incitamento alla discriminazione per motivi di razza, etnia, religione o nazionalità nonchè utilizzo di simbologie legate ai movimenti nazifascisti.
Una legge per molti giusta e doverosa; ma che, per altri, va a mettere seriamente in dubbio concetti garantiti dalla Costituzione italiana come libertà di pensiero, di parola e di espressione.
È quanto ci aveva detto il senatore socialista Enrico Buemi che, nell’ottobre 2013 quando la commissione Giustizia del Senato aveva dato l’ok ad un emendamento bipartisan per istituire il reato di negazionismo, si era astenuto dalla votazione in aula proprio in virtù di una distonia che nasce dal “ricorrere a sanzioni detentive per reati che comunque si mantengono nel campo delle opinioni e non in quello dei fatti.”
L’introduzione del negazionismo:
E sempre a libertà di pensiero, di parola e di espressione è legata la polemica intorno all’introduzione dell’aggravante del negazionismo che, se la legge venisse approvata, finirebbe in un comma all’interno proprio della legge Mancino.
Per la prima volta entrerebbe nella legge italiana la parola Shoah, termine con il quale si fa riferimento al genocidio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale ad opera delle Germania Nazista. Questo perchè per chi nega l’olocausto sarebbero previsti dalla norma da due a sei anni di carcere qualora l’istigazione e l’incitamento vengano commessi in modo da arrecare “concreto pericolo di diffusione”.
Stessa cosa per chi nega a livello generale crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Il negazionismo diventerebbe quindi aggravante in aggiunta alla legge Mancino rispetto ai reati di discriminazione razziale e di stampo xenofobo.
Cosa prevede il testo delle legge:
Dal testo approvato in seconda lettura al Senato, e che ora tornerà alla Camera per approvazione finale, è stata eliminata la parola “pubblicamente” che aveva suscitato divisioni e contrasti.
Per alcuni questo poteva essere un limite restringendo il campo di azione della norma perchè non sarebbe stato possibile punire il comportamento qualora commesso in luoghi privati. Il provvedimento tornerà ora alla Camera per la terza lettura.