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Innalzamento mari: futuro in Italia e il modello Polinesia

Nella Polinesia francese sta per nascere una vera e propria città galleggiante: il governo locale, infatti, ha da poco concluso un accordo con una società americana finalizzato alla realizzazione di isole galleggianti per un centro abitato sospeso sulle acque dell’oceano.
Dietro questa decisione non ci sono le bizze di qualche super miliardario, ma si nasconde una necessità ben più seria: quella di trovare un rimedio al problema dell’innalzamento del livello delle acque.
Un problema che è molto sentito in questo angolo di mondo in cui la natura risente, più che in altre location, degli effetti del riscaldamento globale. E che riguarda anche il resto del mondo.

L’innalzamento dei mari in Italia:

Non ultima l’Italia, che secondo un recente studio svolto dall’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), ovvero l’organo internazionale di riferimento in tema di cambiamenti climatici, rischia nel 2100 di essere parzialmente sommersa dai mari.
Il che porterà nei prossimi 80 anni ad un cambiamento morfologico di tutte le coste nostrane con il risultato che circa 5500 chilometri quadrati di pianure costiere potrebbero finire sott’acqua.

Dove si trova la Polinesia francese:

La Polinesia francese è composta da una serie di arcipelaghi che sono dotati di autonomia politica, pur rappresentando una collettività d’oltremare della Francia: si trova nell’Oceano Pacifico, ed è proprio l’oceano a mettere a rischio la sua stessa sopravvivenza.
I cambiamenti climatici alla base dell’innalzamento del mare hanno indotto il governo polinesiano a cercare un rimedio: ecco spiegato l’accordo raggiunto con la Seasteading, una società no profit della California, per la creazione di una laguna con diverse isole galleggianti di origine artificiale.

Il progetto della laguna artificiale:

Non si tratta di un progetto fantascientifico o futuristico, dal momento che i lavori prenderanno il via già il prossimo anno, sempre ammesso che gli studi di fattibilità economica e quelli ambientali diano i riscontri sperati.
Le isole in un primo momento saranno in grado di accogliere poche decine di persone, ma nel caso in cui l’esperimento dovesse andare a buon fine non è da escludere un ampliamento del progetto.
Seasteading ha raccolto poco più di due milioni di euro per sviluppare l’idea delle città galleggianti, avvalendosi del contributo di un migliaio di donatori: ovviamente, per passare alla fase pratica serviranno molti più soldi, per un totale di quasi cinquanta milioni di euro, secondo le previsioni di Randolph Hencken, direttore esecutivo dell’organizzazione, che di recente è stato intervistato dal New York Times.

Che cos’è la Seasteading:

La Seasteading è un’organizzazione no profit che è stata fondata da Patri Friedman, ingegnere informatico e attivista, nel 2008. Friedman, che è nipote del Milton premio Nobel per l’Economia, ha dato vita a questo organismo insieme con Peter Thiel, uno dei fondatori di Paypal, celebre – oltre che per il suo conto in banca più che consistente – per il sostegno fornito al presidente degli Stati Uniti Donald Trump: in seguito, però, Thiel se ne è allontanato.

Come saranno le isole galleggianti:

Le isole galleggianti della Polinesia francese saranno caratterizzate dalla presenza di pannelli fotovoltaici super moderni, e in generale si avvarranno di energie rinnovabili, grazie alla costruzione di impianti eolici.
L’idea originale è quella di fare in modo che tutta la struttura sia autonoma, per quanto possibile, sotto il profilo energetico, anche grazie al ricorso all’acquacoltura.
Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e mai proverbio fu più azzeccato: tra i tanti problemi per i quali si sta ancora cercando una soluzione c’è quello che riguarda il trattamento dei rifiuti, il cui smaltimento non è stato ancora progettato. Inoltre, non è stata ancora individuata l’isola vicino a cui la città galleggiante vedrà la luce.

Chi vivrà sulla città galleggiante della Polinesia Francese:

Come è facile immaginare, le residenze che verranno costruite sulle isole galleggianti non saranno alla portata di tutte le tasche, e i prezzi degli alloggi saranno paragonabili a quelli di New York e Londra.
Insomma, i potenziali abitanti non potranno che essere molto ricchi, almeno nei primi tempi, fino a quando non si potrà usufruire di un’evoluzione tecnologica che consenta di ridurre i costi.

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