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Incentivi alle assunzioni: come si tenta di salvare il lavoro

Sempre più giovani disoccupati a seguito della recente manovra del ministro Fornero, tensione in tutto il paese per la situazione di crisi internazionale in cui versa l’Europa da ormai almeno tre anni. Date queste premesse non è impensabile la risposta del nuovo governo Letta: cercare di incentivare l’occupazione mediante un decreto che, secondo le stime governative, dovrebbe riuscire a creare 200 mila posti di lavoro previo l’impiego di un miliardo e mezzo di euro.
Incentivo all’assunzione, dunque. Incentivo rivolto prettamente ai giovani, scelta sensata visto che nel Bel Paese sono sempre più gli appartenenti alla “nuova generazione” che si trovano tagliati fuori dal mercato del lavoro a causa di pensionamenti posticipati o assunzione di ex lavoratori pensionati come consulenti.
Ma di cosa parla, realmente, questo nuovo decreto? Sebbene sia in televisione che sui giornali fioccano interviste, opinioni, dibattiti politici e disquisizioni di ogni sorta, raramente è stato delineato chiaramente il decreto. Che è, in realtà, molto semplice.
Le aziende riceveranno agevolazioni contributive in caso di assunzione, a tempo indeterminato, di giovani con un’età compresa tra i 18 e 29 anni. Il nuovo assunto dovrà inoltre: o essere senza un impiego regolarmente retribuito da più di 6 mesi, o non avere un diploma di scuola superiore o di qualifica professionale, o vivere solo o con una famiglia a carico.

 

Incentivi per assumere giovani:

I motivi per cui sono state poste queste limitazioni sono piuttosto comprensibili: tentare di reinserire nel mercato del lavoro la fascia di giovani che più stentano ad inserirsi in tale mondo autonomamente.
Il fatto che il giovane debba essere privo di un impiego da almeno 6 mesi tende ad evitare al contempo sia che le sue conoscenze tecniche e teoriche divengano obsolete, sia che esso non entri nel gruppo di lavoratori “scoraggiati”, cioè che rinuncino a cercare un lavoro; il fatto che non abbia un diploma cerca di aiutare lavoratori senza alcuna qualifica e che dunque sono notoriamente più difficilmente inseribili in un mondo lavorativo sempre più specializzato, mentre il volere proteggere giovani che vivono da soli o con famiglia a carico è probabilmente più ispirato a motivazioni sociali e della dignità della persona.
Ovviamente, queste agevolazioni hanno un limite ben definito: in primo luogo il contributo statale non avrà durata maggiore di un anno e mezzo (si pensa infatti che, una volta inserita la risorsa ed una volta istruita sui suoi compiti, sia decisamente meno costoso per un’azienda continuare ad impiegarla anche una volta terminate le sovvenzioni, piuttosto che cercarne un’altra che necessiterà nuovamente di istruzioni) per le nuove assunzioni, e di 12 mesi per i contratti che vengono modificati da tempo determinato ad indeterminato; in secondo luogo le agevolazioni ammonteranno sino ad un massimo del 33% della retribuzione lorda complessiva, e avrà comunque un tetto di 650 euro al mese.

 

Maggiori finanziamenti al sud:

Il denaro fino ad ora è stato però stanziato solo virtualmente: i soldi saranno disponibili solo a poco a poco, e con una distribuzione particolare: il sud riceverà la maggior parte dei finanziamenti (questo poiché il Mezzogiorno versa in una condizione peggiore rispetto al resto del paese, con un tasso di disoccupazione nettamente più elevato rispetto al nord), anche se “razionati”: 100 milioni di euro quest’anno, 150 milioni sia l’anno prossimo che nel 2015, 100 milioni nel 2016. Il nord riceverà invece 48 milioni quest’anno, 98 milioni nel 2014 e nel 2015 e 50 milioni nel 2016.
Il razionamento dei fondi è motivato dalla scarsità di liquidi di cui il governo dispone: di fatto, esso ha fornito solo i 148 milioni destinati al 2013, mentre per gli anni successivi sarà necessario racimolare il denaro poiché il tesoretto che abbiamo accumulato a giugno è nettamente inferiore alla somma necessaria anche solo per i finanziamenti del 2013 (circa 10/15 milioni di euro contro 148.).

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Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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