L’immigrazione aumenta l’occupazione?
I migranti, infatti, secondo lo studio in oggetto, oggi sono circa un miliardo nel mondo, ovvero una persona ogni sette, e, contrariamente a quanto si crede, nel caso di circa 740 milioni di esseri umani si tratta di migranti interni che costituiscono perciò un numero tre volte maggiore di quello dei migranti internazionali.
Inoltre, tra questi ultimi appena il 30% decide di trasferirsi da un paese in via di sviluppo a un paese sviluppato, osserva l’Undp, secondo cui, per esempio, solo il 3% degli africani vive al di fuori del proprio paese di nascita.
Infine, contrariamente a quanto si sente talvolta nel nostro Paese, spesso troppo condizionato da spirito xenofobo, generalmente i migranti favoriscono lo sviluppo dell’attività economica, restituendo al territorio in cui vivono più di quanto prendono.
L’immigrazione aumenta l’occupazione?
Inchieste dettagliate realizzate in diversi paesi hanno dimostrato con dati incontestabili che l’immigrazione aumenta l’occupazione, non “affolla” il mercato locale del lavoro e migliora i tassi degli investimenti nelle imprese e nelle nuove aziende. Per di più i vantaggi in termini di sviluppo per i migranti sono enormi, sottolineano gli esperti: quelli provenienti dai paesi più poveri “vedono i loro introiti moltiplicarsi, in media, per 15, il loro tasso di scolarizzazione raddoppiato e il tasso di mortalità infantile diviso per 16 dopo una migrazione verso un paese sviluppato”.
Alla luce di queste considerazioni, il rapporto raccomanda di garantire l’accesso ai lavoratori migranti, soprattutto ai meno qualificati; garantire il rispetto dei diritti umani fondamentali dei migranti (accesso all’educazione, alla sanità e al diritto di voto) e trovare soluzioni concertate di cui beneficino sia i paesi di accoglienza che i migranti.