Pianificare le migrazioni:
Come muoversi allora per fare in modo che gli stati riescano a porsi in maniera efficace di fronte ai flussi migratori? La ricetta presentata dall’OIM è riassumibile nello slogan ‘investire oggi per gestire le migrazioni di domani’.
“Senza investimenti significativi nelle tematiche migratorie, non ci sono dubbi che le criticità legate ai diritti dei migranti e alla loro integrazione nelle società ospitanti siano destinate ad acuirsi”, affema William Lacy Swing, Direttore Generale dell’OIM. “ Investire e pianificare nel futuro delle migrazioni aiuterà a migliorare la percezione pubblica dei migranti, che ha subito negativamente gli effetti dell’attuale crisi economica. Contribuirà anche ad alleggerire la pressione politica sui governi per progettare iniziative a breve termine sul tema dell’immigrazione”.
Dal rapporto si evince inoltre che nel corso degli ultimi anni, nonostante la crisi economica, il numero complessivo dei migranti è rimasto piuttosto stabile poiché sono stati relativamente pochi coloro i quali hanno fatto ritorno a casa; e questo malgrado l’elevato tasso di disoccupazione dei paesi di destinazione. “Non è necessario reinventare il tema della migrazione, né approvare investimenti finanziari abnormi.
Soluzioni umane ed efficaci per le problematiche migratorie sono a portata di mano. E’ solo una questione di collaborazione e di allocare in modo efficiente le risorse, determinando solide politiche di lungo periodo, basate sui fatti e non sull’opportunismo politico di breve periodo” ha affermato ancora il Direttore Generale dell’OIM, Swing.
Immigrati: quanti saranno nei prossimi decenni?
Tra le raccomandazioni del rapporto, ne spiccano tre in particolare: quella di contrastare la tratta di migranti e il traffico di esseri umani; elaborare dati più esaustivi su migrazione irregolare e mercati del lavoro; rafforzare legislazioni nazionali e politiche sugli spostamenti interni causati dai cambiamenti climatici.
Altro aspetto trattato dall’OIM è quello relativo all’immigrazione irregolare; secondo il rapporto infatti, queste forme di immigrazione stanno sempre più interessando categorie che hanno bisogno di protezione internazionale quali minori non accompagnati, richiedenti asilo, vittime di tratta e persone che fuggono dagli effetti del cambiamenti climatici. Un fenomeno, questo, che rappresenterà un’ulteriore sfida per tutti gli Stati circa la loro capacità di rispondere con un approccio umanitario ai flussi migratori.
In sostanza, tirando le somme, riuscirà il mondo a farsi trovare pronto a questa sfida caratterizzata dell’aumento sostanzioso di immigrati che avverrà nei prossimi decenni? Secondo l’OIM a tale quesito ci sarà risposta positiva soltanto se gli Stati, le organizzazioni internazionali e la società civile uniranno le rispettive forze per rispondere alle sfide di cui sopra; è fondamentale quindi, come si evince dal rapporto “Il Futuro delle Migrazioni: capacity building per il cambiamento”, che il mondo non si faccia cogliere impreparato dinnanzi a questo impetuoso avanzare dell’ondata migratoria ma che tutti quanti cooperino affinchè si riesca ad inquadrare in un ambito costruttivo e di legalità il fenomeno delle migrazioni.