In questi lunghi 3 anni abbiamo avuto modo di relazionarci con gente di ogni tipo (e tipologia) che spesso, e a più riprese, ha cercato di trascinarci in una mediocre e più accettabile normalità od uniformarci a gran parte del resto del panorama informativo: da giornalisti (sgrammaticati…) ad editori liberi solo sulla carta (perdonateci il gioco di parole…) ma con la tessera di partito (ciascuno il proprio) in tasca; politici (politicanti sarebbe più adeguato) interessati soltanto ad inquinare un po’ le acque (ma questo lo sappiamo bene, capita a tutti i giornali) e quale miglior occasione per farlo che non cercare di servirsi di un organo di informazione? Intellettuali e ‘rivoluzionari’ d’avanguardia intenti a teorizzare rivolte contro lo stato salvo percepire pensioni pubbliche a diversi zeri (ma anche questo è un altro discorso).
Insomma, ce ne sarebbe abbastanza da poterci scrivere un libro (magari in futuro prenderemo seriamente in considerazione questa idea…); ma d’altra parte, ce ne rendiamo conto, non è niente di così diverso da quanto accade ovunque, in qualunque ambito e situazione del nostro povero Paese.
Già, il nostro Paese: quello stesso strampalato Paese che abbiamo cercato di dipingere in tutte le sue molteplici sfaccettature e realtà con l’occhio di chi in queste realtà ci si cala (o, se preferite, ci si ‘intrufola’) descrivendo in modo acritico ed il più imparziale possibile (e magari, talvolta, facendo anche incazzare qualcuno…) quello che vede. Un Paese per molti versi allo sbando ed incapace di riprendere un po’ di dignità (anche dal punto di vista del mondo dell’informazione); ma questa è un’altra storia.
Tornando al nostro anniversario, non potremmo chiudere se non ringraziando chi ci ha seguiti in questa avventura per certi versi ‘folle’: il nostro riconoscimento va a chi è stato con noi in passato, a chi c’è tutt’ora, a chi non c’è più ma è come se fosse qui e ci porta sempre nel cuore. E naturalmente, a chi ci legge e ci segue: se non avessimo riscontrato un discreto successo nel nostro piccolo (ma per fortuna sempre in costante crescita, a differenza di altri giornali ben più grossi) ‘pubblico’, probabilmente, avremmo chiuso la baracca già da diverso tempo.
Dopo 3 anni di vita riteniamo che il nostro giornale si sia guadagnato un posto importante (seppur di nicchia) all’interno del panorama dell’informazione online e che rappresenti una sorta di reale e concreta utopia (perdonateci l’ossimoro); un progetto che proseguirà su questi binari portando avanti i nostri ideali che fin qui ci hanno guidato nella convinzione di essere nel giusto e che tanti riconoscimenti ci hanno portato.
Un progetto da molti non capito né condiviso; per alcuni strampalato, folle e privo di senso ma che continuiamo a nutrire ed a mandare avanti con entusiasmo e con convinzione del nostro modo di fare informazione. Perché questo è il nostro modo di intendere e di fare giornalismo; e questo è il nostro manifesto.
Il direttore
Pierfrancesco Palattella